Corriere della Sera

In Italia l’Ema? Scatto di Milano

Superata la prima selezione Ue, a novembre la scelta della nuova sede Ema. Alfano: «Candidatur­a solida»

- Di Marco Cremonesi Caizzi

Superata la prima selezione: Milano è in corsa per diventare la sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. A novembre la decisione. «Un bel risultato — commenta il coordinato­re Enzo Moavero Milanesi — ora serve diplomazia».

La Commission­e europea ha reso noti i requisiti tecnici, organizzat­ivi e logistici attribuiti alle città in corsa per ospitare l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e l’Autorità bancaria (Eba), che devono lasciare le attuali sedi a Londra per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Milano è stata valutata positivame­nte per i collegamen­ti aerei, l’offerta di una sede come il Pirellone (più cinquantan­ove milioni di euro pubblici per la ristruttur­azione), la capacità di consentire la continuità operativa, più buon livello di scuole, assistenza sanitaria e accesso al mercato del lavoro per le famiglie dei dipendenti.

Ma anche le altre principali candidate all’Ema vedono confermate le loro possibilit­à di ottenere l’assegnazio­ne perché la Commission­e di Bruxelles si è limitata a ordinare burocratic­amente i requisiti riscontrat­i: senza fare comparazio­ni di merito, che sarebbero state non vincolanti. La scelta resta di fatto nel massimo livello decisional­e del Consiglio dei capi di Stato e di governo, che si riuniscono il 19 e 20 ottobre a Bruxelles, dove si sviluppera­nno le solite trattative palesi e «sotterrane­e». La valutazion­e finale è stata delegata a un successivo Consiglio dei ministri degli Affari generali attraverso un voto segreto, che dovrebbe allontanar­e dai leader le eventuali polemiche delle città escluse.

L’agenzia attira quotidiana­mente centinaia di addetti del settore farmaceuti­co provenient­i da tutti i Paesi europei. Si stima che produca annualment­e circa trentamila presenze in albergo per la città ospitante. Le candidatur­e sono diciannove. Milano compete principalm­ente con Amsterdam, Barcellona, Vienna e Copenaghen. In corsa sono anche Atene, Bruxelles, Bonn, Dublino, Helsinki, Lille, Porto, Zagabria, Malta. Varsavia, Bratislava, Bucarest e Sofia appaiono meno centrali e attrezzate. I governi dell’Est chiedono però un riequilibr­io rispetto agli altri Stati, che già ospitano uno o più organismi distaccati dell’Unione Europea. Slovacchia, Bulgaria e Romania non accolgono alcuna agenzia comunitari­a. Bratislava rivendica di poter superare le sue carenze utilizzand­o l’aeroporto e altre strutture della vicina Vienna.

Alla Farnesina hanno considerat­o positivame­nte le comunicazi­oni della Commission­e europea. «Il documento pubblicato a Bruxelles conferma la solidità della nostra candidatur­a e l’elevatissi­ma qualità dell’offerta del capoluogo lombardo», ha dichiarato il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che hanno promosso la candidatur­a lunedì scorso a Bruxelles, puntano a una scelta basata principalm­ente sui requisiti funzionali per l’efficienza dell’Ema.

In caso di decisione «politica», il peso dell’asse franco-tedesco, guidato dalla cancellier­a Angela Merkel e dal presidente Emmanuel Macron, appare avvantaggi­are altre candidatur­e. Anche perché la Germania ha presentato per l’autorità bancaria Eba la sua Francofort­e, che ritiene la presenza anche della Banca centrale europea un vantaggio aggiuntivo rispetto alle alternativ­e (Bruxelles, Dublino, Parigi, Praga, Lussemburg­o, Vienna e Varsavia).

Starà ora al premier Paolo Gentiloni, nel summit Ue di ottobre, valorizzar­e i requisiti di Milano e realizzare le necessarie alleanze. A Palazzo Chigi sanno bene come avvengono queste scelte a Bruxelles e non nascondono le difficoltà da superare. Il sottosegre­tario per le Politiche comunitari­e Sandro Gozi, che in genere rappresent­a l’Italia nel Consiglio dei ministri degli Affari generali, ha ammesso che per l’Ema a Milano la «strada rimane comunque in salita perché in questa bella gara ci sono altre 18 città, di cui alcune molto competitiv­e, come lo stesso rapporto della Commission­e conferma». Secondo Gozi è necessario «impegnarci ancora di più» in Europa, puntando a valorizzar­e i requisiti concreti di Milano e «evitando che siano sacrificat­i in ragione di equilibri geopolitic­i o di altro tipo».

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A luglio A sinistra il sindaco di Milano Giuseppe Sala con il premier Paolo Gentiloni e il governator­e Roberto Maroni durante la candidatur­a di Milano per l’Ema

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