«Indottrinano i giovani come fanno i cinesi»
Carmen Vila Pastor è una cliente del bar di Rosa. «Un caffè ogni tanto, poche chiacchiere. Tanto so già che non andremmo d’accordo». Lei sa e anche Rosa sa. È quella linea invisibile che spesso divide ancora gli spagnoli, non solo i catalani, tra chi nella guerra civile, nel Franchismo ha perso e chi ha vinto. Sulla libreria del suo minuscolo appartamento da pensionata, tra le foto dei nipotini, c’è anche una decorazione per meriti di guerra ricevuta dal padre. Vedova, 73 anni, Carmen ci tiene a dire che lei, ci mancherebbe, non è franchista e neppure nostalgica, ma che sarebbe ora «lo lasciassero riposare in pa- nella tomba».
«Io sono catalana di madre e di padre, ho vissuto in Andalusia e ho sposato uno scozzese. Non ci tengo a morire in uno staterello inventato da politici irresponsabili».
Perché inventato? La Catalogna ha una storia antica.
«Ma non come dicono “loro”. Primo perché la guerra del 1714 che loro dicono di secessione fu una guerra dinastica, tra Borboni e Asburgo. Secondo perché quando dicono che Madrid ci deruba dicono una bugia più grande di un castello: la Spagna è il nostro miglior mercato. Terzo perché non si rendono conto che la ricchezza della Catalogna arriva proprio dai tempi di Franco perché fu lui a porre l’industria petrolchimica e automobilistica in Catalogna e nei Paesi Baschi».
Tanta gente però appoggia il secessionismo.
«Vero, e pensano che gli spagnoli vogliano mangiarsi i catalani crudi. Il problema è che quando Jordi Pujol è diventato President della Generalit per prima cosa, in cambio dei voti a Madrid, ha chiesto che gli affidassero l’istruzione e la comunicazione. Così hanno fatto come i cinesi, con tanta pazienza e capacità di programmazione hanno indottrinato la gioventù per prepararli a questo colpo».
Io sono catalana da parte di madre e di padre, ho vissuto in Andalusia e ho sposato uno scozzese Non ci tengo a morire in uno staterello che è stato inventato da politici irresponsabili