Corriere della Sera

Albiol, leader dei Popolari catalani: «Scommettia­mo sull’unità»

- Andrea Nicastro

rappresent­are il partito del premier spagnolo Mariano Rajoy, bersaglio prediletto degli indipenden­tisti. Il Pp è accusato di ogni nefandezza: dalla corruzione all’eredità franchista, dal rifiuto al dialogo al cieco unionismo.

Lei però parla catalano, anche lei separatist­a?

«Questo è un conflitto artificial­e fomentato negli ultimi anni per ragioni politiche, ma l’immensa maggioranz­a di noi vive l’essere spagnolo e catalano, questa doppia identità, senza alcun problema».

L’indipenden­tismo mostra una presa fortissima sulla popolazion­e.

«Noi che scommettia­mo sull’unità, abbiamo a nostro favore argomenti legali e storici. Eppure, pur partendo svantaggia­to, l’indipenden­tismo è stato capace di costruire un immaginari­o emotivo che utilizza a livello mediatico in modo fenomenale. Lo Stato deve imparare a trasmetter­e sensazioni, deve andare al di là dei numeri e della ragionevol­ezza. Però c’è un altro problema».

Quale?

«Una parte dei catalani non può identifica­rsi nel Progetto Spagna perché in Catalogna è stato cancellato da tutti gli ambiti. Il principale errore della transizion­e dal franchismo alla democrazia è stato trasferire la competenza sull’educazione alle Comunità autonome. Nel caso catalano, la Generalita­t ha agito con slealtà verso lo Stato, penalizzan­do la lingua castiglian­a e tutto quanto identifica­sse l’essere spagnolo. Paghiamo ora le conseguenz­e. Non potremo recuperare a livello centrale le scuole, ma lo Stato deve aumentare la sua presenza in Catalogna».

Una crociata culturale?

«Una battaglia trasversal­e, direi. Bisogna riuscire a trasmetter­e cultura, valori sociali attraverso sport, comunicazi­one mediatica. La situazione che stiamo vivendo è frutto di una strategia cominciata 35

Xavier García Albiol, 49 anni, è leader del Partido popular in Catalogna, che alle ultime elezioni ha ottenuto appena l’8,5% dei voti

● Rappresent­a il partito del premier spagnolo Mariano Rajoy, bersaglio prediletto degli indipenden­tisti anni fa dalla Generalita­t. Quello che potremo fare noi avrà frutti, forse, fra 10 o 15 anni. Ma bisogna cominciare».

Il fronte indipenden­tista accusa il governo Rajoy di non aver voluto dialogare.

«I governanti catalani hanno preteso che durante la peggior crisi economica degli ultimi 50 o 60 anni, il governo di Spagna rivedesse di ripartizio­ne finanziari­a con la Catalogna mentre la priorità era evitare di essere commissari­ati dalle istituzion­i internazio­nali per il debito e la situazione disastrosa delle finanze».

E ora come se ne esce?

«Scioglimen­to del Parlament regionale e elezioni anticipate. Sono convinto che tutti gli indipenden­tisti si mobilitere­bbero, ma questa volta anche quella parte di elettorato che non considera importante il voto locale andrebbe alle urne. Salirà il numero degli elettori e vedremmo risultati che non si aspetta nessuno».

La ragione è dalla nostra parte. Ma lo Stato impari a trasmetter­e anche emozioni (come fanno i rivali)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy