Senato, la sfilata dei costituzionalisti che bocciano la legge sui vitalizi
La legge Richetti sui vitalizi rischia la stroncatura sul piano della tenuta costituzionale, a partire dalle questioni esposte al Senato dall’ex presidente della Consulta Giuseppe Tesauro che boccia il testo sul taglio degli assegni concessi a circa 2.300 ex parlamentari, a molti ex eletti nelle assemblee regionali e a un pugno di onorevoli ancora in carica.
In I commissione a Palazzo Madama sono sfilati in audizione, tra gli altri, anche gli ex presidenti della Corte, Cesare Mirabelli e Valerio Onida, il professor Massimo Luciani, il prorettore della Luiss Roberto Pessi, Mauro Mori (Corte dei conti), l’avvocato Felice Besostri, l’esperta di pensioni Antonietta Mundo. «Quasi tutti hanno manifestato seri dubbi su alcuni aspetti della legge», spiega il presidente della commissione Salvatore Torrisi (Ap): «Sono stati sollevati il problema della retroattività della norma e quello dell’autonomia decisionale delle Camere sui meccanismi interni».
L’ex giudice costituzionale Tesauro non ha usato giri di parole. Il testo Richetti, ha detto, presenta «un vizio formale perché potrebbe lamentarsi che una legge ordinaria non possa essere adottata in una materia riservata ai regolamenti parlamentari». Infatti, i vitalizi sono per prassi trattati dagli uffici di presidenza della Camera e del Senato e, al di là dell’aspetto economico, Tesauro segnala che la norma capace di strizzare l’occhio all’elettorato è entrata in un campo minato per la democrazia parlamentare: «Qualora si sottraesse alle presidenze delle Camere la competenza a disciplinare in materia di vitalizi e di pensioni, si introdurrebbero pesanti limiti alla loro potestà normativa sulle garanzie dei parlamentari».
Su questo punto, però, va registrato il dissenso di Felice Besostri, l’avvocato che ha vinto davanti alla Consulta i ricorsi sul Porcellum e sull’Italicum: «Deve essere chiaro che l’unica fonte, per discipline aventi effetti sfavorevoli anche patrimoniali, non può che essere la legge». E non i regolamenti delle Camere. Spiega il presidente Torrisi: «Poi c’è stato un approfondimento molto serio sul principio di retroattività che oggi viene applicato ai vitalizi degli ex parlamentari e domani magari potrebbe estendersi...». Da Antonietta Mundo è arrivata la seguente osservazione: «L’operatività retrodatata di questa legge per l’applicabilità del ricalcolo retroattivo ai soli titolari di cariche elettive, negando che la rideterminazione dei vitalizi possa essere estesa anche alle pensioni ordinarie, implicitamente afferma la possibilità o il rischio di estensione della norma verso tutti».
Il destino della legge Richetti, già terreno di scontro tra i partiti, ora può anche fare la differenza in campagna elettorale.
In commissione Da Tesauro a Onida tutte le perplessità su autonomia delle Camere e retroattività