«Riformino la politica piuttosto di minacciarci»
«Èuna promessa o una minaccia quella di Di Maio? Anche durante il Ventennio il sindacato veniva attaccato e messo al bando...». Carmelo Barbagallo, 70 anni, segretario generale della Uil, replica così al candidato a Palazzo Chigi del M5S.
Il mercato del lavoro sta cambiando, ma anche i sindacati devono cambiare?
«Certo: infatti noi da 6 anni abbiamo iniziato un percorso di autoriforma e abbiamo chiesto a Cgil e Cisl di fare una contrattazione che si basi su rappresentanza e rappresentatività. Inoltre abbiamo fissato la rielezione dei segretari a 3 mandati (Cgil e Cisl solo 2 ndr) e siamo il sindacato più giovane rispetto a Cgil e Cisl perché abbiamo meno pensionati».
Quante sono le donne sindacaliste nella Uil?
«Durante la mia segreteria sono aumentate. Oggi sono 38% degli organici».
Ma in futuro quali sfide deve affrontare il sindacato?
«Bisogna discutere le prospettive economiche e sociali dei lavoratori, diritti e doveri soprattutto guardando al lavoro giovanile e costruire percorsi di formazione continua per stare al passo con l’innovazione. E sulla decontribuzione ai giovani, chiedo al governo di alzare il tetto da 29 a 35 anni. Non tutti i giovani hanno la possibilità di entrare in politica». (Barbagallo ride riferendosi, senza mai citarlo, a Di Maio ndr).
Quali sono gli altri problemi urgenti?
«C’è il problema demografico: i giovani non fanno figli e gli anziani sono sempre di più. Senza aumento demografico, addio ripresa economica. C’è una cosa che però mi dispiace». Prego... «Queste polemiche arrivano il giorno della chiusura del G7 sul lavoro. Di certo l’Impresa 4.0 deve ridurre e non aumentare la forbice tra ricchi e poveri».