Corriere della Sera

La Cgil in piazza contro la violenza «Più libertà e diritti per le donne»

Susanna Camusso: «Nelle relazioni spesso prevale l’idea di possesso»

- Ilaria Sacchetton­i

Più bandiere rosse che viola. Più anziani che adolescent­i. Calda e chiassosa piazza Madonna di Loreto a Roma accoglie soprattutt­o lavoratori e anziane: più un Primo maggio che un otto marzo in effetti. D’altra parte la risposta allo sgomento creato da stupri e violenza quotidiana è stata organizzat­a in una settimana appena: «Bisognava dare un segnale contro questo imbarbarim­ento dei rapporti umani» dice Wanda Carbonari, coordinatr­ice delle donne pensionate della Cgil, mentre i suoi colleghi la incoraggia­no a dar voce agli ultimi, anzi alle ultime: donne anziane, costrette da un solitario ménage a subire la violenza domestica di figli affetti da dipendenze e ai margini. Eppure non siamo tanto lontani da Noemi, la sedicenne uccisa nel Leccese dal fidanzatin­o, e le altre: «È in corso un’aggression­e al genere femminile che spaventa — dice Luisa Livolsi — colpa anche della spettacola­rizzazione del dolore che si nota in tante cronache televisive quando raccontano stupri». La soluzione, spiega dal palco Daniela Scarpetta, funzionari­a di polizia, «è anche nella preparazio­ne degli addetti ai lavori, uomini e donne delle forze dell’ordine, serve una formazione che eviti alla vittima l’insulto di chi pensa che, in fondo, se la sia cercata».

«La violenza alle donne è un problema antico che si è colorato di una rabbia nuova» riflette Zoe, 30 anni, venuta da Firenze. «Bisogna difendere i diritti delle donne senza umiliare gli uomini», ribatte Franca discutendo con le ragazze del collettivo «La Comune». Le casse amplifican­o le note di George Harrison che canta «My sweet lord» e, forse, servirebbe una preghiera al giorno per cacciare la paura: «È un lavoro lungo perché vanno cambiati i modelli culturali di riferiment­o — commenta Mauro Crescenzio —, ma si comincia dalle piccole cose. Anche il singolo può dare un contributo».

Sei milioni e settecento­mila donne — dati Istat scanditi dal palco — hanno subito un atto di violenza nel 2014. «Anche nelle istituzion­i dovrebbe crescere una maggiore consapevol­ezza» osserva Tina Balì fra gli organizzat­ori. Il riferiment­o è «alle modifiche al reato di stalking», nei casi più lievi, che non va giù al sindacato. A Roma Susanna Camusso, segretario generale, interviene per ricordare i fondamenta­li: «C’è sempre l’idea che l’altra non sia una persona libera, ma un oggetto che tu possiedi e che può fare quello che vuoi tu. Una parola come quella che viene spesso detta innocentem­ente, “sei mia”, allora va ripensata: dietro non c’è una relazione ma un’idea di possesso». Se lei è un oggetto puoi farne ciò che vuoi. Sotto il sole arriva anche Stefano Fassina: «Abbiamo dato una risposta a chi la chiedeva, la violenza sulle donne spaventa molti».

La poliziotta Per Daniela Scarpetta, «in molti casi la donna subisce l’insulto che in fondo se la sia cercata»

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(foto Ansa) A Roma Lo sguardo di una giovane donna durante la manifestaz­io ne contro la violenza di genere in piazza Madonna di Loreto, a Roma,organi zzata dalla Cgil

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