Jean-François, superstite a Haiti tornato a casa da imprenditore
Cresciuto orfano, si è salvato dal terremoto Gli studi e il volontariato, ora l’e-commerce
La storia in realtà è semplice: cresciuto orfano in uno dei Paesi più poveri al mondo, sopravvissuto a un terremoto da 260 mila morti, poi volontario per aiutare i sopravvissuti come lui, poi studente di economia con borse di studio negli Usa, poi master a Oxford, fino al tirocinio dentro una società per la facilitazione del microcredito via cellulare nei Paesi in difficoltà.
Poi, il progetto a Haiti, il suo Paese, dove ha già fondato una società di e-commerce, per «cercare di restituire in opportunità di lavoro e in ogni altro modo a me possibile — spiega — quello che io a mia volta ho ricevuto». Da diverse tra associazioni e fondazioni, in tanti anni: dall’internazionale Nph all’italiana Fondazione Rava, fino alla Fondazione Vodafone. Il racconto di un caso per raccontarne cento e mille, come si dice. Ma lui si chiama Jean-François Seïde, di anni ne ha 29, e questa storia è la sua.
«Sono nato e sono stato bambino a Port-au-Prince. Non so dire molto — comincia — dei miei primissimi anni. I miei ricordi partono in pratica quando ne avevo sette e con mio fratello maggiore sono stato accolto nell’orfanotrofio di Kenskoff, sulle montagne di Haiti, uno dei più grandi che l’organizzazione Nuestros Pequeños Hermanos gestisce sull’isola. Lì ho studiato e cominciato le superiori. Quando sono diventato maggiorenne sono uscito e ho finito, in un istituto tecnico. Era il 2009. Poi mi sono iscritto a un corso di telecomunicazioni, facendo dei lavoretti qua e là per mantenermi e pagare l’affitto di un appartamento dove vivevo con due amici. Nel gennaio del 2010 il palazzo intero crollò col terremoto. Sono stato tra i pochi a salvarmi».
Continua: «Fui portato all’ospedale Saint Damien, che Nph e la Fondazione Rava gestiscono appena fuori Portau-Prince. Ci sono rimasto come volontario, lavoravo ai raggi X. In pochi mesi mi sono passati davanti più di duemilacinquecento bambini e me li ricordo quasi uno per uno. Nel frattempo ho cominciato un programma di formazione che mi ha portato a essere il primo beneficiario della borsa di studio intitolata a Molly Hightower, una volontaria di Nph vittima del terremoto. La borsa mi consentì di partire prima per Seattle e poi per l’Oregon. Mi raggiunsero altri ragazzi del Guatemala, del Messico, dell’Honduras. Mi sono laureato in business administration. L’anno scorso sono venuto in Inghilterra per completare i miei studi con un master in Public Policy alla Blatvanik School of Government dell’università di Oxford».
Nel frattempo JeanFrançois fonda una piccola startup con quattro amici. È una società di e-commerce, si chiama Gran Panyen. «È soltanto all’inizio», dice. Ma mentre la fonda viene segnalato dalla Fondazione Rava alla Fondazione Vodafone che il 27 giugno scorso lo inserisce fra i tirocinanti di M-Pesa, società nata nel 2007 dopo un progetto partito in Kenya per facilitare il microcredito via cellulare: M come «mobile» e Pesa come «denaro» in swahili.
«Non so come ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, se non lavorando ora a mia volta per dare lavoro ad altri ragazzi come me — è stato il saluto di Jean-François prima di rientrare nel suo Paese a fine estate —. Ho studiato tanti anni per essere un imprenditore del commercio online. E i giovani haitiani pieni di iniziativa e voglia di fare sono migliaia. Lavorerò per loro e con loro: la vera sfida inizia ora».
L’iniziativa Il 29enne è stato segnalato e aiutato da Fondazione Rava e Fondazione Vodafone