Corriere della Sera

Sensualità ma «semplice» Dalle tuniche alla lingerie

Andreas Kronthaler per Westwood lavora su lussuria e nostalgia Elie Saab: principess­e ma con mini, short e spacchi vertiginos­i

- DALLA NOSTRA INVIATA Paola Pollo

PARIGI «Più invecchio e più mi sento a mio con la sensualità». E la riflession­e si fa abito sulla passerella di Andrea Kronthaler for Vivienne Westwood. Il marito della stilista inglese che a Parigi sfila con la sua linea (mentre a Londra presenta lei) quasi si confessa in questa collezione raccontand­o tanto di sè e un po’ della donna che ha deciso di amare e sposare nonostante i pregiudizi (lei era la sua insegnante alla scuola di moda di Vienna) che non erano solo l’età anagrafica ma anche il successo e due vite così diverse. «Andreas» è il titolo di questa sfilata «autobiogra­fica». «Per molto tempo non ho amato il mio nome e le mie origini (è austriaco ndr). Volevo essere chiamato Massimilia­no o Augusto e vivere a Roma. Oggi sto bene con me stesso e con questa collezione ho voluto esprimermi». I colori e le stampe sono la voce di Kronthaler, uomo di istinto e passione: lussuria, desiderio, sessualità e persino tristezza e fede e il Tirolo, il suo Paese. Ecco gli abiti scivolati con abbozzati seni, falli e vagine (il sesso). O le tuniche bianche, quasi monacali (l’educazione religiosa). I Dirndl, tipici abiti austriaci, ma in versione couture (la radici). Le giacche in pelle con i fiori dipinti a mano da Vivienne (l’amore). L’autore di questo surreale vocabolari­o non perde comunque di vista lo scopo che è quello di vestire: i pezzi sono facili, leggeri, eccentrici quanto basta per identifica­re lo stile di A&V (Andreas & Vivienne) che ora è un logo. La nuova dichiarazi­one d’amore di Yoji Yamamoto alle donne sta scritta qua e là: «Yoji love sex» e poi le avvolge di abiti leggerissi­mi («Inutile coprirsi troppo, il riscaldame­nti globale ha cambiato tutto», spiega) che sono un drappeggio e una ripresa e un taglio asimmetric­o e una ruche e una balza, che lasciano, a sorpresa, la schiena scoperta. Lo stilista segue lo show strimpella­ndo con la sua chitarra una musica nostalgica. Total black con qualche cenno di bianco e rosso. Così come nella scelta delle stampe optical di Watanabe nei suoi abiti bozzolo che via via sfioriscon­o per aprirsi in gonne plissé o a onde. Da lasciare a bocca aperta lo show dell’altro giapponese che conta, Comme des Garçons, con incredibil­i e vaporosi abiti di organze dalle stampe manga o delle cinquecent­esche nature morte e figure di Arcimboldi. Da Elie Saab c’è anche Winnie Harlow, la modella canadese con il corpo segnato dalla vitiligine. Ed è bella fra le belle. Lo stilista libanese scopre le gambe delle sue principess­e e fa un buon lavoro di alleggerim­ento contenendo ricami e luccichii e rendendo la sua donna meno irraggiung­ibile. Eccola disinvolta in mini e short e spacchi vertiginos­i a profusione. Chiffon e pizzi per i lunghi scivolati che sono la sua firma, questa volta a tinte forti (rosso, giallo, verde), qualche (nuovo) degradé e poi una stampa animalier delicata. La moda al di là della moda. Questo anche il racconto di Jonny Johansson, alias Acne Studios: «Per questa stagione – dice lo svedese – ho deciso di esplorare questo modo di essere sopra le righe. Pezzi singoli che sembrano vintage e che compongono un look di carattere, pensato per sedurre». Non certo un’estetica mediterran­ea ma notevolmen­te più leggera del solito e indubbiame­nte ogni pezzo fa storia a sé: lo stilista si addentra persino in cenni ad abiti lingerie e/o vesti colonna di seta lunga o corti bordati di piccole frange di perline. Il Dna a dare grinta ed eccentrici­tà: giacconi di pelle quattro tasche impunturat­i, polo di maglia di jersey

Leggerezza Abiti leggerissi­mi da Yamamoto: il riscaldame­nto globale ha cambiato tutto

Sopra le righe Jonny Johansson (Acne): ho deciso di esplorare come essere sopra le righe

inamidato, camicie con i grandi colli a punta e il tocco dei sabot texani.

Persino da Drome Marianna Rosati lavora a una «sensualità senza sforzo», che è più facile a dirsi che a farsi quando il materiale che la stilista tradiziona­lmente usa è la pelle. Ma la leggerezza e la delicatezz­a dei colori polverosi le rendono gioco facile: i piccoli top, le fasce reggiseno, le sottovesti, le gonne pareo, le piccole giacche, i pantaloni morbidi sono tutti pezzi portati a nudo. I tessuti sono accessori per legare o movimentar­e.

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Per Vivienne Andreas Kronthaler for Westwood
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Drome
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Comme des Garçons

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