La fucina dei costumi d’autore «Qui l’abito è una scenografia»
Viaggio nella Sartoria Fiore di Milano, dove cuciono i vestiti per l’opera
Tra un mobile antico e una fotografia d’arte, come esplicito omaggio al Festival Verdi (a Parma e Busseto fino al 22 ottobre), a Mercanteinfiera troverete anche 16 esempi di altissimo artigianato sartoriale italiano: sono i costumi di «Nabucco», «Aida», «Trovatore» e «Don Carlos» realizzati dalla milanese Sartoria d’Arte Fiore, che lavora per i teatri d’opera di tutto il mondo (dall’Arena di Verona, fin dal 1953, a Vienna, Tokyo, Oslo e tanti altri), qui raccolti in una mostra nella mostra intitolata «D’amor sull’ali rosee», curata con il figlio Michelangelo da Alberto Nodolini, esperto di teatro e moda nonché art director di «Vogue» per 32 anni. «Abbiamo voluto rappresentare il lavoro di tre celebri costumisti, dagli abiti immaginari di Hugo De Ana, a quelli storicamente precisi di Gabriella Pescucci, fino a quelli di Anna Anni influenzati dalla libertà interpretativa della moda — dice Nodolini —. E l’abbiamo fatto per un pubblico come quello parmigiano che ha la cultura per capirli e apprezzarli: Parma è sempre stata piena di A mano Sotto, uno degli abiti in mostra. A destra, il laboratorio della Sartoria Fiore dove si controlla e rammenda un abito di scena di ritorno da un festival estivo (Foto LaPresse/ Stefano Porta) teatri e spettacoli, c’erano i Farnese, i Borboni, l’Accademia di Belle Arti che insegnava a creare l’”illusione” attraverso i costumi e le scenografie. È qualcosa che è entrato nel loro Dna». E dietro ogni costume c’è un lavoro di team, che rivela contatti tra mondi forse non così diversi. «Ho lavorato a lungo nella moda e posso dire che difficilmente un grande stilista riusciva a realizzare una collezione di qualità senza l’aiuto di grandi sarte — racconta Nodolini —. Sarte che spesso venivano dai teatri, sapevano cucire e dare forma a un abito così come avevano saputo darla a un costume di scena». Dietro questi capolavori c’è una realtà famigliare come la Sartoria d’Arte Fiore, nata nel dopoguerra con Giuseppe Fiore, teatrante, proseguita con il figlio Nunzio e oggi con il nipote Gio Fiore. L’attività, che negli anni ha prodotto abiti per tv, cinema e teatro e realizza anche apprezzate calzature per lo spettacolo attraverso lo storico marchio Pedrazzoli, oggi ha circoscritto la sua azione all’opera. «Lavoriamo molto con l’estero, dove c’è ancora disponibilità economica — spiega Gio Fiore —. Noi fabbrichiamo i costumi