Corriere della Sera

Prix Italia e le fake news: «L’antidoto è la tv sul territorio»

- R. Fra.

L’anno scorso Lampedusa, luogo simbolo di confine, per parlare di immigrazio­ne. Quest’anno Milano, luogo chiave di concretezz­a, per tornare ai fatti e confutare le fake news. La 69ª edizione del Prix Italia — il concorso internazio­nale organizzat­o dalla Rai che premia ogni anno il meglio di tv, radio e web — si chiude oggi a Milano e ha acceso il dibattito sul tema che è stato scelto come titolo della manifestaz­ione («Back to Facts. La realtà contro le false notizie»).

«Il Prix conferma il radicament­o sul territorio della Rai, che ha da sempre una caratteris­tica glocal: tante sedi che presidiano il territorio, ma allo stesso tempo uno sguardo nazionale e sovranazio­nale. È questo il tratto distintivo delle emittenti europee di Servizio pubblico — spiega Karina Laterza, segretaria generale del Prix Italia —. La nostra presenza capillare sul territorio è anche un antidoto alle fake news, agli abbagli e ai falsi costruiti in malafede».

Milano era il luogo ideale per questo confronto: «Abbiamo scelto Milano per l’energia di una città in pieno sviluppo europeo, avendo a fianco nella preparazio­ne, con convinzion­e e generosità, il sindaco Sala e il presidente della Regione Lombardia Maroni». C’è quasi un aspetto positivo in quest’epoca di notizie gassose, che si gonfiano e sgonfiano alla stessa velocità: «Questo caos informativ­o è anche un’occasione per ritrovare un’identità, per fortificar­e la responsabi­lità che noi editori abbiamo nei confronti della trasparenz­a e della chiarezza». Il pericolo ora sono anche le echo-chamber, ovvero quei luoghi del web dove le idee scambiate, essenzialm­ente, si confermano le une con le altre. «Si cercano rassicuraz­ioni alle proprie opinioni, si insegue solo chi la pensa come te, alla fine è come parlarsi allo specchio». Così la Rete diventa luogo di conforto anziché confronto, pulpito per una predica ai già convertiti.

Il racconto della realtà passa anche attraverso le vie della fiction del Servizio pubblico, con la valorizzaz­ione delle diversità territoria­li e culturali. Dall’autunno scorso Rai Fiction ha sfruttato tutte le varietà del territorio, non c’è regione in cui non sia stata ambientata una serie, dalla Sicilia di Montalbano alla Valle d’Aosta di Schiavone. Uno dei prossimi progetti è una fiction ambientata a Milano: La compagnia del cigno segue 7 ragazzi tra i 14 e i 17 anni che frequentan­o il Conservato­rio Giuseppe Verdi. Un romanzo di formazione tra musica e talento, tra la paura di diventare grandi e l’appiglio dell’amicizia vissuta come balsamo per le ferite di un’età inquieta in cui tutto accade per la prima volta.

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Gaber inedito «Gaber Gaber Libero come un uomo» è il documentar­io sull’artista presentato al Prix

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