«Un’infanzia da incubo Salvato dal reggaeton»
J Balvin, dalla Colombia al successo di «Mi gente»
Atanti dei suoi amici di infanzia le cose sono andate in modo diverso. Perché se cresci a Medellín, capitale mondiale del narcotraffico, diventare una popstar non è la prima cosa che ti viene in mente. Invece l’adolescenza di J Balvin è volata via tra hip hop e bachata: «Ricordo l’infanzia come un film di cronaca nera, sono cresciuto in uno scenario di guerra».
J Balvin, 32 anni, un catalogo di tatuaggi in costante aggiornamento sul corpo, si è tolto lo sfizio di tornare in cima alle classifiche mondiali con «Mi gente» (featuring Willy William). E adesso c’è anche una versione con Beyoncé. Un testo abbastanza scolastico («stiamo facendo scoppiare la discoteca, la festa è appena iniziata») ma quello che conta nel genere è spingere sulla musica. E sul ballo: tanto che per lanciare il video di «Mi gente» (più di 800 milioni di clic) ha invitato Gianluca Vacchi, il molleggiato dei ritmi latini. «Viviamo tempi difficili, questa allegria solleva lo spirito», dice Balvin.
Per molti lui è quello di «Ginza», tormentone che nel 2015 ha sballottato chiunque (compresa la platea un po’ rigida dell’Ariston a Sanremo): «Mi aveva colpito che un brano così piacesse a un pubblico esigente come quello italiano», aveva raccontato ripensando ai mesi della «Ginzamania» (paragonabili alla dipendenza da «Despacito» di quest’estate). Un po’ alla volta Balvin è diventato il punto di riferimento per quella generazione latina che ha sempre sognato di esportare la propria musica e farla arrivare anche alle orecchie danarose dei cugini americani. Prima realizzando le versioni spanglish di brani Pharrell Williams, Ariana Grande e Justin Bieber. «È attraverso l’amicizia con loro che si è sviluppata la mia musica: mi piace il loro pop, come quello di Rihanna, la più grande artista dei tempi moderni». Caricate le munizioni, Balvin ha iniziato a sparare fuori tormentoni in serie. È diventato una star, orgogliosamente tamarra, da 19 milioni di follower su Instagram. «Tutto è