«TAGLIA E CUCI» DEL DNA L’ITALIA SARÀ LA PRIMA?
Paradossalmente l’Italia potrebbe diventare il Paese meno restrittivo nell’usare, anche sull’embrione, la rivoluzionaria tecnica Crispr-Cas9, quella del “taglia e cuci del Dna”, che permette di correggere geni alterati responsabili di malattie. Ma intervenire sui geni dell’embrione significa modificare il Dna anche dei discendenti, creando un nuovo individuo.
La tecnica Crispr è forse una delle scoperte più sorprendenti degli ultimissimi anni e i suoi inventori, l’americana Jennifer Doudna e la francese Emmanuelle Charpentier cui si aggiunge il sinoamericano Feng Zhang, per i quali più volte è stato pronosticato il premio Nobel per la medicina (quello di quest’anno sarà annunciato proprio domani). Per loro è però forse un po’ troppo presto per ricevere questo riconoscimento, anche perché su questa metodica si continua a discutere. Prima domanda: funziona davvero sul piano tecnico? Nell’agosto scorso è stato annunciato un esperimento in cui il Crispr ha corretto un difetto genetico alla base di una malattia cardiaca (un’ipertrofia) proprio su embrioni che non potevano svilupparsi: si è trattato quindi di un esercizio scientifico. L’esperimento, però, è stato criticato perché, secondo alcuni ricercatori, la tecnica non è così precisa nell’inserire il gene giusto al posto giusto. Ma l’esperimento solleva una seconda domanda: se riusciamo a modificare l’embrione per inserire un gene sano al posto di un gene malato, trasmesso dai genitori, perché non pensare di inserire anche geni “nuovi” che non fanno parte del patrimonio genetico dei genitori? Per esempio una variante genetica che protegge dall’Alzheimer o che rende immuni dal virus dell’Aids?
Gli Stati Uniti, al momento, lo proibiscono, ma l’Italia potrebbe, per legge, aprirsi all’impiego di Crispr anche per l’editing dell’embrione (cioè per la correzione del suo patrimonio genetico). A sottolineare questa possibilità è Giuseppe Testa, biologo all’Università di Milano e all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo). Lo ha fatto a Venezia al convegno “Future of Science”, promosso dalle Fondazioni Veronesi, Silvio Tronchetti Provera e Giorgio Cini. In effetti la legge 40 (che doveva regolare la fecondazione assistita) pensata come molto restrittiva, consente proprio l’intervento genetico sugli embrioni. L’importante è, ha sottolineato Testa, capire come avverrà e soprattutto pensare, quando si riscrive il Dna, a un “correttore di parole”, come per gli sms e Whatsapp, che annulli gli errori.