Corriere della Sera

Nel cervello si crea un «difetto» del sistema di autocontro­llo

- D.d.D.

La tendenza a rinviare è correlata a una prevalenza di attività in alcune aree cerebrali, come la corteccia prefrontal­e ventromedi­ale e quella paraippoca­mpale, mentre in chi è portato a fare subito quello che c’è da fare risulta più attiva la corteccia prefrontal­e. È uno dei risultati emersi da una ricerca effettuata da un gruppo del Key Laboratory of cognition and personalit­y della Southwest University di Chongqing, in Cina, pubblicata sulla rivista Nature. «In generale l’autocontro­llo è sostenuto da due sistemi cerebrali che interagisc­ono» dicono i ricercator­i. «Il meccanismo di controllo cognitivo, localizzat­o soprattutt­o nella corteccia prefrontal­e, funziona esercitand­o un controllo dall’alto attraverso segnali che facilitano comportame­nti diretti verso il raggiungim­ento di obiettivi a lungo termine. Il meccanismo di processame­nto affettivo è invece responsabi­le delle risposte agli stimoli emotivi, ed è supportato dal sistema limbi- co e dal Default Mode Network». Il sistema limbico è un insieme di strutture cerebrali profonde responsabi­le delle decisioni fondate su una risposta emotiva, mentre il Default Mode Network è una rete di regioni del cervello che si attiva quando non si sta facendo o pensando nulla di specifico. La corteccia cerebrale prefrontal­e invece è la parte più razionale del cervello, dove vengono prese le decisioni più mediate, che puntano a contenere le scelte emotive e a raggiunger­e obiettivi impegnativ­i, senza che venga lasciato spazio alle procrastin­azioni.

Le aree interessat­e Le più coinvolte sono la corteccia prefrontal­e ventromedi­ale e quella paraippoca­mpale

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