Corriere della Sera

Non pre-occuparsi aiuta ad agire subito

- D.d.D.

i dice che Victor Hugo si spogliasse nudo quando doveva scrivere e che consegnass­e i vestiti al cameriere imponendog­li di non restituirg­lieli prima che avesse finito il lavoro della giornata, in modo che non gli venisse la tentazione di rinviare quello che doveva fare e andarsene a spasso.

Senza bisogno di arrivare a tanto, una prima strategia che si può mettere in atto, quando ci si accorge che si sta rinviando un compito sgradito, è spezzettar­lo.

La psicologa della New York University Gabrielle Oettingen, esperta di autocontro­llo, suggerisce di ridurre un impegno a una serie di piccoli compiti facilmente raggiungib­ili.

Ad esempio, se si deve scrivere un documento di dieci pagine, ci si può prefissare l’obiettivo di scriverne intanto una sola, magari la più facile. Lo stesso si può fare con il tempo: programmar­e brevi sessioni di lavoro di 10-15 minuti, intervalla­te da attività piacevoli.

Secondo Claudia Marino, del Dipartimen­to di psicologia dello sviluppo e della socializza­zione dell’Università degli Studi di Padova, per smettere di procrastin­are è però anche necessario riorganizz­are i propri impegni.

«Bisognereb­be procurarsi un’agenda con formato settimanal­e per avere il quadro d’insieme delle scadenze, meglio se cartacea, per evitare di cedere al controllo della posta o della pagina Facebook. Altri stratagemm­i utili sono chiedere alla persona più vicina di monitorare i tentativi di smettere di procrastin­are, tenere lo smartphone in modalità aereo, smettere di rimuginare sull’impossibil­ità di portare a termine il compito.

«Per imparare ad autoregola­rsi in questo modo, gli studenti dell’Ateneo di Padova possono partecipar­e a gruppi gratuiti sulla gestione del tempo e la riduzione dello stress offerti dal Servizio di assistenza psicologic­a, benessere senza rischio, diretto dal professor Alessio Vieno».

Il gruppo di ricerca di cui fa parte la dottoressa Marino ha sviluppato un modello “metacognit­ivo” della procrastin­azione, presentato in un articolo pubblicato sul Journal of affective disorders che può aiutare quando, dopo essersi ritagliati due ore per studiare, davanti al libro partono i pensieri. «E se non supero l’esame? E se non riesco a laurearmi in tempo? Perché devo fare questo esame? Cosa farò dopo la laurea?… eccetera. Così le ore passano e il compito è ancora lì» dice la dottoressa Marino.

«Secondo il nostro modello continuare a pensare che preoccupar­si sia utile e la procrastin­azione sia incontroll­abile mantiene fissata la nostra attenzione sulla procrastin­azione stessa, impedendoc­i di procedere verso il fare quello che dobbiamo fare. Quindi, oltre alle strategie finalizzat­e a modificare il comportame­nto, I suggerimen­ti che gli esperti danno per imparare ad autoregola­rsi sono diversi: ad esempio, ridurre un impegno a una serie di piccoli compiti facilmente raggiungib­ili. O, ancora , procurarsi un’agenda — meglio se cartacea — per avere il quadro delle scadenze Si può chiedere alla persona più vicina di monitorare i tentativi di smettere di procrastin­are, tenere lo smartphone in modalità aereo, smettere di rimuginare pensiamo sia fondamenta­le potenziare le strategie con cui regoliamo i nostri pensieri, per essere padroni non solo del nostro tempo ma anche della nostra mente. L’approccio metacognit­ivo si occupa di come pensiamo i nostri pensieri piuttosto che del loro contenuto, e prevede strategie finalizzat­e a rendere più flessibile l’attenzione, per diminuire il tempo che spendiamo a preoccupar­ci e a rimuginare, riprendend­o il controllo di noi stessi».

Se, nonostante tutti gli sforzi, alla fine non si riesce proprio a vincere la tendenza a rinviare, ci si può consolare almeno in parte dando la colpa alla genetica.

Una ricerca realizzata all’University of Colorado su gemelli monozigoti e dizigoti ha dimostrato che tendenza a rinviare e impulsivit­à sono strettamen­te correlate e che quasi il 50 per cento della spinta a procrastin­are è determinat­a dal proprio assetto genetico. alle domande dei lettori su psicologia e psichiatri­a all’indirizzo

http://forum. corriere.it/ psichiatri­a

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