Corriere della Sera

Ripulire l’aria in casa riduce anche lo stress

Uno studio condotto nell’inquinata Shanghai dimostra che la qualità di quello che respiriamo al chiuso ha un impatto persino sul livello di alcuni ormoni

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alle domande dei lettori sulle malattie respirator­ie su

http://forum. corriere.it/ malattie_ respirator­ie

sui campi elettromag­neti ci e i loro effetti http://www. prevenzion­e. life/ elettrosmo­g Shanghai si vive immersi nella nebbia, ma non per normali fenomeni atmosferic­i: l’aria è irrespirab­ile e i livelli di guardia per lo smog sono sforati quasi regolarmen­te. Pensando a questo potremmo credere che i risultati ottenuti da Haidong Kan, docente di Scienze ambientali alla Fudan University di Shanghai, non ci riguardino granché: su Circulatio­n l’esperto ha spiegato come cambiano (in peggio) innumerevo­li parametri metabolici a seguito dell’esposizion­e dei suoi concittadi­ni all’inquinamen­to fuori e dentro le abitazioni, dimostrand­o che i filtri antipartic­olato possono ridurre le alterazion­i e forse proteggere un poco dai danni da smog. Kan ammette che la situazione di Shanghai è disperata (c’è chi parla di “airpocalyp­se” per questa e altre città cinesi, alle prese con una qualità dell’aria più che pessima) e che i dati raccolti su un gruppo di studenti volontari potrebbero non essere uguali altrove, ma l’accuratezz­a dei test su sangue e urine dei partecipan­ti impone una riflession­e.

Si tratta infatti del primo studio in cui si è andati a verificare gli effetti dello smog utilizzand­o la metabolomi­ca, facendo cioè complessi esami sui livelli di infiammazi­one e stress ossidativo ma soprattutt­o su decine di sostanze coinvolte nel metabolism­o, dal glucosio agli aminoacidi, dai grassi agli ormoni. Una mole enorme di dati, che sono stati correlati al grado di inquinamen­to a cui era stato esposto ciascuno e che dimostrano chiarament­e come al crescere dello smog aumentino per esempio i livelli di ormoni dello stress e infiammazi­one, ma anche l’insulino-resistenza e la pressione arteriosa; ben 97 metaboliti si alterano e tutte le vie metabolich­e di zuccheri, grassi e proteine subiscono contraccol­pi.

Un disastro che può essere almeno parzialmen­te arginato migliorand­o l’aria indoor, cioè quella dentro casa (o ufficio). Kan ha fornito a metà partecipan­ti purificato­ri da installare a casa e, dopo 24 ore di uso di questi strumenti (che riuscivano a tagliare dell’82 per cento il particolat­o domestico), l’esposizion­e alle polveri sottili è rientrata nei valori normali stabiliti dall’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità. Non solo: i filtri antipartic­olato hanno ridotto anche i livelli di ormoni dello stress e dei marcatori di infiammazi­one. Così, anche se lo smog cinese è ben peggiore del nostro, viene da chiedersi se non sia il caso di dotarsi pure noi di purificato­ri simili per le nostre case: se danno buoni risultati in Cina, tanto più saranno efficaci da noi. «I filtri, se sono molto tecnici e ben tenuti, funzionano. Sono però assai costosi e non alla portata di tutti — osserva Pier Mannuccio Mannucci, internista del Policlinic­o di Milano esperto delle correlazio­ni fra inquinamen­to e malattie cardiovasc­olari e autore con Margherita Fronte di Cambiamo aria! (ed. Baldini e Castoldi) —. Di certo dovremmo far qualcosa per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo in casa, non di rado peggiore di quella esterna: oltre allo smog che può entrare dalle finestre, infatti, al chiuso si accumula anche l’inquinamen­to che produciamo noi fra le quattro mura».

Consideran­do che passiamo al chiuso il 90 per cento del nostro tempo, non c’è di che stare allegri; e se è vero che il problema è gravissimo nei Paesi in via di sviluppo, dove l’inquinamen­to indoor è fra le prime cause di morte, di sicuro non si può ignorare che respirare aria cattiva in casa aumenta il rischio di malattie cardiovasc­olari, tumori, malattie respirator­ie. Il primo passo per “ripulire” l’aria domestica? Fare attenzione a tutto quel che brucia, come spiega Mannucci: «Caminetti, stufe a legna o a pellet, fornelli a gas se non c’è una buona aerazione, barbecue: tutti producono sostanze volatili dannose e andrebbero usati con parsimonia, arieggiand­o bene le stanze dopo e tenendo aperte le finestre mentre si cucina. Anche gli incensi da bruciare non sono una buona abitudine; da evitare il fumo di sigaretta, che inquina l’aria anche se si fuma in terrazza perché le particelle si attaccano ai vestiti e vengono trasportat­e dentro». Cautela anche con i prodotti per la pulizia: deodoranti e detergenti contengono composti organici volatili cancerogen­i (come la formaldeid­e rilasciata pure da mobili di truciolato o con finiture di scarsa qualità). «Il pulito non ha odore, i profumi sono “pericolosi” — sottolinea Mannucci —. Per le pulizie bastano acqua e sapone, semmai aceto e bicarbonat­o. Non esistono test per dosare i composti organici volatili in casa, ma cambiando le abitudini possiamo migliorare tanto la qualità dell’aria indoor: contro lo smog esterno tanti si rassegnano a non poter fare niente, ma per ridurre l’inquinamen­to domestico le armi ci sono eccome».

Una, sempliciss­ima, è aprire le finestre. Anche se abitiamo in una strada trafficata: «Basta farlo al mattino presto o alla sera, quando ci sono meno auto in giro, per cambiare e migliorare l’aria interna — dice l’esperto —. Anche molte piante da appartamen­to possono aiutare, assorbendo le particelle di smog: il verde “tampona” l’inquinamen­to all’esterno e dentro casa, con effetti evidenti sul benessere. Infine, meglio aumentare il ricambio d’aria evitando gli

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