I testimoni «L’avevamo notato, aveva l’aria strana e nascondeva qualcosa sotto la giacca»
spirasse, due poliziotti in borghese lo hanno ammanettato.
Il terrorista
«Appena sceso dal treno ho visto che tutti correvano, le persone sedute ai tavolini andavano all’interno gridando “scappate”, e poi ho visto una donna per terra, le facevano un massaggio cardiaco. Abbiamo sentito due colpi di arma da fuoco, si è scatenato il panico», dice un testimone.
«Avevamo notato quell’uomo, aveva l’aria un po’ strana — racconta un’altra donna in lacrime —. Era seduto poco lontano da noi e mi sono detta che poteva anche avere qualcosa sotto la giacca». Era un coltello da macellaio, con il quale il terrorista ha tagliato la gola alla prima vittima e colpito al ventre l’altra. L’assassino è conosciuto dalle forze dell’ordine con sette nomi diversi per una decina di reati comuni commessi tra Lione e Mentone a partire dal 2005 (traffico di stupefacenti e immigrazione clandestina), ma ignoto invece all’intelligence. Non apparteneva infatti all’elenco degli schedati «S» (S come Sicurezza nazionale), nel quale sono iscritte circa 12 mila persone (non tutti islamici radicalizzati, sono presenti anche ultrà del calcio o neonazisti). È probabile che abbia agito obbedendo alle generiche esortazioni dell’Isis di colpire «i miscredenti», e non in seguito a un’operazione coordinata.
Stazione evacuata
La stazione è stata immediatamente evacuata e chiusa, circa