Le donne nuovo bersaglio degli estremisti
PSEGUE DALLA PRIMA
oi era stato esplicito: «Con la volontà di Dio, distruggeremo la Croce, conquisteremo la vostra Roma e prenderemo le vostre donne». Una minaccia che con il trascorrere del tempo è evidentemente diventata strategia di attacco. Poco più di un mese fa, il 19 agosto, un marocchino è entrato in azione a Turku, in Finlandia. Ha ucciso a coltellate una signora di 67 anni e una ragazzina di 15, ha ferito due svedesi e un’italiana. La matrice terroristica è apparsa subito chiara così come l’obiettivo. «Puntava solo le donne», ha dichiarato il portavoce della polizia. I fondamentalisti hanno sempre mostrato disprezzo per le donne. Le testimonianze di chi è stata rapita e tenuta prigioniera a Daesh rivelano la ferocia di questi individui per i quali le femmine sono soltanto oggetti da picchiare, seviziare, stuprare. Non si salvano nemmeno le ragazze che sposano la loro causa. Nonostante gli analisti avessero più volte messo in guardia, molte giovani tedesche, britanniche e italiane hanno intrapreso il viaggio senza ritorno. Quanto accaduto ieri a Marsiglia rivela nuovamente la selezione del bersaglio: due donne vittime di una furia cieca e assurda. È un ulteriore salto di qualità che non deve essere sottovalutato in quell’attività di prevenzione che certamente non può garantire il massimo livello di sicurezza ma può selezionare e proteggere in maniera più accurata gli obiettivi. E dunque quei luoghi, prime fra tutte le scuole, che le donne frequentano. I posti dove vivono e lavorano.