Camion sulla folla, 5 feriti. Terrorismo nel Canada dell’accoglienza
Edmonton, gli agenti arrestano un uomo. Trudeau: «La nostra forza è la diversità, non ci faremo intimorire»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Il terrorismo di matrice islamica torna a colpire in Canada.
Commonwealth Stadium, città di Edmonton, Stato di Alberta, nel centro del Paese. Sabato sera: l’arena è affollata per una partita di football americano. All’improvviso compare una Chevrolet bianca che travolge a tutta velocità una barriera di protezione. A bordo un uomo sulla trentina. Punta verso il presidio delle forze dell’ordine: colpisce un poliziotto, facendolo sbalzare di cinque metri. Poi esce dall’abitacolo con un coltello e attacca l’agente a terra, ferendolo, ma per fortuna senza gravi conseguenze. Quindi la fuga: il giovane corre via, seminando gli inseguitori. Gli investigatori setacciano la Chevrolet, trovano una bandiera dell’Isis, risalgono al nome del proprietario. È un residente di Edmonton. Scatta l’allarme, vengono predisposti posti di blocco, comincia la caccia al terrorista.
Qualche ora dopo, un camioncino bianco, con la scritta U-Haul, la compagnia di noleggio americana, sfonda un check-point su una strada che porta verso il centro. I testimoni raccontano: almeno trenta macchine della polizia si fiondano all’inseguimento. Sirene, allarme e poi panico tra la gente a passeggio o seduta ai tavolini del bar. Il camion si butta su un marciapiede: cinque persone restano a terra. Vengono ricoverate: nessuna di loro sembra essere in pericolo di vita.
Intanto, l’epilogo: il mezzo si rovescia su un fianco, proprio davanti a un albergo. Gli agenti lo circondano rapidamente e arrestano l’uomo al volante. Il capo della polizia, Rod Knecht fa il punto: «Il sospetto catturato sul van ha un cognome molto simile a quello del proprietario della Chevrolet. C’e’ da ritenere che i due episodi siano collegati e vanno considerati atti di terrorismo». Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha espresso «solidarietà» ai feriti, commentando: «Sappiamo che la nostra forza deriva dalla nostra diversità. Non ci faremo intimorire da coloro che vogliono dividerci e spargere la paura». L’ultimo attentato risale al 10 agosto 2016, quando un neo convertito all’Islam fu ucciso in uno scontro con la polizia, mentre trasportava esplosivo sul sedile posteriore di un taxi. Ma l’attacco di sabato ricorda quello del 22 agosto 2014: la vettura di Martin Couter Rouleau piombò su due soldati, uccidendone uno, a Saint-Jean sur Richelieu, in Quebec. Per la prima volta un’auto veniva trasformata in arma letale.
L’auto Poche ore prima un’auto aveva investito le forze dell’ordine: «Episodi collegati»