Corriere della Sera

Scontri al G7, Renzi attacca M5S «Voi coi violenti». Di Maio: taccia

«Amministra­tori squallidi, non hanno preso le distanze». Il basso profilo di Appendino

- Marco Imarisio

dal nostro inviato

L’eccezione torinese è finita. Una sera d’autunno Matteo Renzi torna a casa e vede le immagini del suo manichino decapitato, insieme a quello del ministro Poletti. La ghigliotti­na e i fantocci sono gli stessi di due settimane fa, quando i contestato­ri del G7 avevano messo in scena la finta esecuzione nella stessa piazza di Venaria, generando ulteriore panico nelle autorità cittadine, che avevano cancellato ogni evento fuori dalla Reggia. La replica è avvenuta sotto gli occhi di alcuni consiglier­i comunali e regionali di M5S che hanno partecipat­o alla manifestaz­ione contro il vertice internazio­nale. Tutti sostenitor­i dell’attuale maggioranz­a cittadina a cinque stelle, guidata da Chiara Appendino, in teoria la padrona di casa. A cominciare dal vicesindac­o Guido Montanari, la cui partecipaz­ione alle riunioni preparator­ie delle contestazi­oni al vertice ha rappresent­ato l’innesco di una tempesta quasi perfetta per la giunta della sindaca.

«Ci sono squallidi amministra­tori comunali che non hanno avuto la forza, o la voglia, di spendere una parola per prendere le distanze da persone abituate a vivere di Ghigliotti­na I fantocci di Renzi e Poletti «decapitati» violenza quantomeno verbale». Questa è la parte dedicata ai consiglier­i di governo e di lotta. Ma il vero destinatar­io del messaggio è lei, la sindaca. La convitata di pietra di questa vicenda del G7 spostato a Venaria sull’onda lunga dell’ansia generata dalla tragedia di piazza San Carlo. «Ci avevano chiesto di portare il G7 a Torino» conclude il segretario del Pd «poi hanno fatto fare una figuraccia all’anima profonda e solidale di questa città, prima capitale d’Italia». Il messaggio è chiaro, anzi Chiara. Gli uomini dello staff di Appendino stavano preparando la risposta quando da Roma è arrivato lo stop. Tutti muti, parla solo Di Maio. «Le violenze non fanno parte del Dna del Movimento 5 Stelle. Renzi sfrutta cinicament­e questi episodi di violenza per attaccare l’amministra­zione di Torino. Ha perso l’occasione di tacere». Seguiranno aggiorname­nti, la contesa tra il neo pleniponte­nziario di M5S e il segretario del Pd sarà ancora lunga.

Intanto resta l’imbarazzo della sindaca. Domenica sera, dopo le scaramucce davanti alla reggia di Venaria, ha espresso sostegno alle forze dell’ordine. Non una parola su manifestan­ti e ghigliotti­ne, come invece aveva fatto a settembre. Montanari era in corteo, per un imprescind­ibile impegno a Jesi. Il vicesindac­o era comunque ben rappresent­ato dalla consiglier­a regionale M5S Daniela Frediani, dalle consiglier­e comunali M5S Viviana Ferrero detta «Vivi rosso» e Deborah Montalbano, da altri loro colleghi. Montanari ha fatto sentire la sua voce elogiando le brioches di cartapesta destinate ai ministri. Rientrato a a Torino, ha ribadito il suo diritto di «espression­e critica sul potere», definendo «provocator­ia e lontana dalla realtà» l’equiparazi­one tra gli amministra­tori in corteo e «i delinquent­i» che hanno attaccato le forze dell’ordine, «provocator­i utili a quelli come Renzi». Non un passo indietro.

Chiara Appendino ha vissuto il suo primo anno di mandato all’insegna di una sostanzial­e indipenden­za da chi l’aveva eletta. «Ascolto Grillo, ma poi decido io» aveva detto. Paolo Giordana, il funzionari­o comunale che si è inventato la sua candidatur­a, regnava su Palazzo di città senza nascondere il proprio distacco anche ideologico dai Cinque Stelle. Poi c’è stata piazza San Carlo, lo spartiacqu­e di questa giunta. I deputati torinesi di M5S, per conto di consiglier­i e assessori, hanno imposto la resa dei conti. Giordana, l’uomo che fu il Rasputin della sindaca, è stato messo da parte. «Nel nome di una maggiore collegiali­tà» disse il capogruppo M5S. Un vero e proprio governo cittadino dei Cinque stelle, che a Torino hanno radici nella sinistra antagonist­a. Gli «altri», come li chiamava Giordana, hanno preso il potere. Da mesi il Pd locale sostiene che la sindaca è ostaggio della sua maggioranz­a. Renzi ha seguito il suo istinto di predatore. Ieri Appendino è apparsa sugli schermi del tg regionale. «Torino non ha avuto danni dal G7». Ha ribadito la bontà della scelta di spostare il vertice a Venaria, ringrazian­do prefetto e questore. Nient’altro. Forse in questo momento non può dire di più.

Parla il capo politico Lo staff della sindaca stava preparando la risposta, poi da Roma è arrivato lo stop

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy