Investita sulle strisce pedonali per salvare i figli
Treviso, madre in coma mentre i bambini hanno varie fratture. Alla guida dell’auto una 87enne
Pieve di Soligo, provincia di Treviso. È un lunedì pomeriggio e c’è ancora il sole. Antonela Kmet è con i suoi due figlioletti al parco. Quando finiscono di giocare dà un’occhiata all’orologio: è ora di ritornare a casa. Attraversano una strada sulle strisce pedonali. I bambini sono leggermente avanti rispetto al corpo della madre. Mentre un’auto, neanche a forte velocità, si avvicina. Ma non si ferma. Frazioni infinitesimali di tempo, la mamma percepisce il pericolo, l’auto sta per investire i figlioletti. Istintivamente con una spinta li sposta in avanti, tanto quanto basta per evitare che vengano schiacciati. Spingendo però è il suo corpo che per inerzia prende il posto dei figlioletti. L’impatto è forte. Antonela è investita, i molti testimoni che assistono alla scena restano pietrificati. Subito soccorsa finirà in ospedale. Adesso è in coma. Però ha salvato i suoi bimbi, un maschietto e una femminuccia di 11 e 5 anni.
L’incidente è avvenuto lunedì scorso. La notizia però ha fatto il giro dei media solo ieri dopo che un giornale locale, per un disguido, aveva riferito della sua morte. In realtà Antonela ancora respira. Dopo l’incidente è stata trasportata d’urgenza in elisoccorso all’ospedale di Treviso e sottoposta a un delicato intervento. In prognosi riservata, sta lottando per la vita nel reparto di terapia intensiva. I due piccoli sono stati trasportati nello stesso ospedale e ricoverati in pediatria con fratture alle costole, il maggiore, e il bacino rotto, la minore. Alla guida dell’auto che ha investito la famiglia, una Matiz rossa, c’era una donna anziana, di 87 anni. «Non li ho visti i tre, giuro — è stata la sua spiegazione —. Il sole basso all’orizzonte mi ha abbagliata».
Antonela Kmet ha 46 anni ed è nata in Croazia, dov’è cresciuta e ha studiato. S’è laureata in pedagogia a Pola. Per un periodo ha insegnato in una scuola materna nel suo Paese, a Fazana. A Pieve di Soligo faceva la casalinga e dedicava il tempo libero al volontariato in una struttura per l’infanzia, l’asilo «Maria Bambina» di Pieve frequentato dalla figlia minore. «Da noi si è fatta molto apprezzare per la sua sensibilità», dice un responsabile.
È sposata con un romano, dipendente della zincheria Bisol di Pieve. La scelta di abitare nel piccolo paesino in provincia di Treviso è curiosa e ha a che fare con la geografia: si trova a metà strada tra Roma e la città croata di Antonela. Sotto choc i molti amici e i conoscenti della famiglia che in questi giorni hanno attivato una rete di aiuti.