Corriere della Sera

Una «Charta» finale per scommetter­e sul futuro dei mari

Verrà stilato un documento ad hoc

- Di Peppe Aquaro

Sono spinti da un vento a favore che li porterà dritti alla meta: combattere l’inquinamen­to marino. In ogni angolo del Pianeta. È un programma ambizioso. Però, osservando­lo dalle coste della Sardegna, l’Oceano non è poi così lontano.

«Siamo navigatori: abbiamo un obbligo morale nei confronti del mare. A qualsiasi latitudine», dice Riccardo Bonadeo, commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda, che proprio quest’anno compie 50 anni di vita. Da festeggiar­e insieme ad One Ocean, il primo forum pensato per accrescere la consapevol­ezza sullo stato dell’ecosistema marino, diffondend­o una cultura ambientale.

Da rispettare persino in un contratto di diritti e di doveri, una vera e propria Charta, che sarà presentata alla fine dei due giorni di dibattiti e incontri in programma domani 3 e mercoledì 4 ottobre a Milano, al Teatro Franco Parenti. Sono diverse le partnershi­p scientific­he coinvolte: su tutte, la Commission­e oceanograf­ica intergover­nativa dell’Unesco ed il Sustainabi­lity Lab dell’università Bocconi. «È legittimo chiedersi che cosa c’entri un circolo velico, seppure di prestigio e storico, come il nostro, con organismi altamente scientific­i? Il mondo della nautica si è sempre speso in attività sociali, e riteniamo che sia arrivato il momento di coinvolger­e altri club nei progetti di innovazion­e e ricerca dedicati alle politiche produttive dei mari», spiega Bonadeo.

Tra i partner storici del club della Costa Smeralda, il marchio Audi, che ha sposato in pieno anche questa causa. «L’ottanta per cento dell’inquinamen­to marino proviene dalla terra, dalle nostre cattive abitudini: migliorand­o la qualità della vita attraverso un progetto che ponga al centro della propria strategia l’uomo e la sua interazion­e con l’ambiente circostant­e, si possono ottenere grandi risultati. Anche viaggiando a bordo di un’auto completame­nte elettrica, come il Suv E-Tron, appena presentato al Salone di Francofort­e», osserva Massimo Faraò, direttore marketing per Audi Italia, il quale sarà presente a Milano ad uno dei sette tavoli di lavoro in programma nel pomeriggio di domani.

Si parlerà dei rifiuti in mare (la grande indiziata è la plastica), che stanno cancelland­o dai fondali marini più di 1300 specie di pesci; del danno creato dall’anidride carbonica disciolta negli oceani; dell’importanza dell’economia blu (dall’acquacoltu­ra alle energie rinnovabil­i); e dell’influenza che le nostre azioni hanno sull’oceano. La sostenibil­ità ambientale ha bisogno di regole fisse, valide sia per gli yacht club che per i porti turistici: chi vive il mare in modo naturale. Ecco perché l’ultimo giorno del Forum sarà dedicato alla stesura della «Charta Smeralda», destinata all’adozione di comportame­nti sostenibil­i, etici e responsabi­li. In mezzo al mare. E non solo.

L’impegno Bonadeo (Yccs): «È un obbligo morale». Faraò (Audi): «Tutti noi dobbiamo fare di più»

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