Corriere della Sera

È ancora Supercalif­ragilistic­hespiralid­oso

Sherman, l’autore della hit di «Mary Poppins»: una parola che ricorda il pazzo mondo di Disney

- Laura Zangarini

Tredici nomination (un record ancora imbattuto), 5 statuette vinte, un sequel in arrivo nel 2018, un musical in scena dal 2004 tra il West End londinese e Broadway e che dal 13 febbraio debutterà in italiano al Teatro Nazionale di Milano (i biglietti sono in vendita). Dietro al successo di Mary Poppins c’è il genio di Walt Disney, il volto di Julie Andrews (che in Mary Poppins Returns di Rob Marshall, nelle sale Usa dal 25 dicembre 2018, ha gli occhioni blu di Emily Blunt) e la squadra dei fratelli Sherman, Robert (scomparso cinque anni fa) e Richard, autori della colonna sonora e di molte altre opere Disney, da La spada nella roccia agli Aristogatt­i, da Pomi d’ottone e manici di scopa a Il Libro della giungla e Winnie The Pooh.

Ottantanov­e anni di frizzante simpatia, mister Sherman è l’autore di canzoni celebri come Supercalif­ragilistic­hespiralid­oso e Un poco di zucchero. Al telefono da Los Angeles ripercorre le tappe di una carriera straordina­ria. A partire dall’incontro con Walt Disney.

Come cominciast­e a lavorare con lui?

«Robert e io scrivevamo canzoni per un programma tv molto popolare negli anni 50, fu così che Walt ci notò. Quando ci fece leggere il primo volume della storia di Mary Poppins pensammo subito che ci fossero idee e spunti per scrivere delle canzoni. Lavorammo al progetto: fu il grande salto della nostra carriera».

Che persona era Disney?

«Era un genio. Aveva una conoscenza enorme della storia e, più di ogni altra cosa, sapeva ascoltare. Era dotato di straordina­rio talento e sapeva riconoscer­lo negli altri, che reclutava poi a lavorare per lui».

E Julie Andrews e Dick Van Dyke?

«Quando noi Sherman abbiamo finito di comporre, sono cominciati i casting. Storie e canzoni sono solo parole e note scritte su un foglio di carta fino a quando qualcuno non gli dà vita. E loro erano sempliceme­nte perfetti. Julie era una star di Broadway, interprete di My Fair Lady e Camelot, ma non aveva mai fatto un programma tv né un film; Van Dyke era una celebrità della tv, ma eravamo certi che avrebbe fatto un ottimo lavoro nel ruolo di Bert. Toglierli dal mondo in cui si trovavano e “catapultar­li” in quello del cinema fu una mossa molto coraggiosa da parte di Disney, perché stava scommetten­do su due volti che il pubblico non riconoscev­a come star del cinema».

Anche suo padre era un compositor­e. È stato lui a introdurre lei e suo fratello nello showbiz?

«Ci ha incoraggia­to, pensava che potessimo essere un ottimo team, che potessimo avere l’abilità e l’ingegno giusto per questo mestiere. Ci ha spinto a stare insieme. Era un autore di canzoni molto popolare e riteneva che noi potessimo continuare la tradizione. E così è stato».

Ha spesso ricordato che lei e suo fratello Robert eravate molto diversi. È stato complicato lavorare insieme?

«Al contrario, è stato un grande plus. Io e Bob legavamo bene insieme, e proprio il fatto di avere opposte personalit­à funzionava efficaceme­nte nel processo creativo».

È vero che avevate già usato la parola «supercalif­ragilistic­hespiralid­oso»?

«Sì, è così. Avevamo imparato una parola simile quando eravamo in campeggio da bambini e mentre stavamo lavorando a Mary Poppins volevamo trovare un “souvenir” che i piccoli Jane e Michael Banks, i bimbi accuditi da Mary Poppins, potessero portare a casa una volta lasciato il posto magico in cui erano stati con Bert e la tata. Non qualcosa di tangibile, ma una parola che ricordasse il pazzo mondo che avevano visto... Oggi quella parola è nel dizionario».

Compone ancora?

«Non mi sono mai fermato! Amo la creatività, amo scrivere. Brani strumental­i, musica, testi, scrivo sempre, sono ancora molto attivo, faccio progetti. Non mollo mai, amo il mio lavoro. Per me non è mestiere, è una gioia».

Che consiglio darebbe agli aspiranti compositor­i?

«Mirate alle stelle, non siate mai soddisfatt­i, continuate a provare, e cercate di fare qualcosa che non è mai stato fatto dagli altri, qualcosa di originale. Lasciate un segno che sia solo vostro, non imitate gli altri. È così che abbiamo sempre fatto io e mio fratello Bob».

Instancabi­le Il compositor­e: «Non mollo mai, amo il mio lavoro. Per me non è mestiere ma una gioia»

 ??  ?? Sui tetti Da sinistra, Julie Andrews (Mary Poppins), Dick Van Dyke (Bert) e i piccoli Banks: Karen Dotrice (Jane Banks) e Matthew Garber (Michael Banks)
Sui tetti Da sinistra, Julie Andrews (Mary Poppins), Dick Van Dyke (Bert) e i piccoli Banks: Karen Dotrice (Jane Banks) e Matthew Garber (Michael Banks)
 ??  ?? A teatro Una scena del musical «Mary Poppins»: la produzione originale ha debuttato a Londra nel 2004 e a Broadway nel 2006. La versione italiana dello show debutterà il prossimo 13 febbraio al Teatro Nazionale di Milano
A teatro Una scena del musical «Mary Poppins»: la produzione originale ha debuttato a Londra nel 2004 e a Broadway nel 2006. La versione italiana dello show debutterà il prossimo 13 febbraio al Teatro Nazionale di Milano

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