Conte-Chelsea, tensione altissima Colpa della zarina di Abramovich
C’è incomunicabilità con la Granovskaia : si va verso l’addio a giugno
voleva almeno un difensore forte e non è stato accontentato. Dopo aver vinto il campionato sperava in Lukaku, che adesso fa gol nel Manchester United, non per caso in testa alla Premier insieme al City. E non è stato l’arrivo, per altro tardivo, di Zappacosta, nelle ultime ore, a far cambiare parere al manager dei Blues.
Conte si è rimboccato le maniche. A Madrid, in Champions, ha dato una lezione al Cholo Simeone e all’Atletico Madrid fatta di pressing, ritmo, gioco verticale. Ma meno di tre giorni dopo ha perso in casa proprio contro Guardiola. E al novantesimo, lui che solitamente le sconfitte impiega almeno due giorni a digerirle, ha fatto i complimenti alla squadra. Perché il Chelsea, secondo lui, sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità. Si aspettava di crescere insieme agli inglesi di Stamford Bridge. E invece si è accorto che i programmi non coincidono. Antonio pretende moltissimo da se stesso e di conseguenza anche dagli altri. Il rapporto con il Chelsea si è sfaldato. E sembra già irrecuperabile anche se nel calcio le cose cambiano in fretta. Già in primavera aveva pensato di andarsene e le voci sull’Inter non sono venute fuori per caso. E se non lo ha fatto, almeno secondo gli inglesi del Sunday Times, è anche per la pesantissima penale che avrebbe dovuto pagare: 24 milioni di euro. In estate ha adeguato ma non allungato il contratto. E anche questo è un segno. A giugno confida di trovare un accordo per liberarsi con 12 mesi di anticipo sulla scadenza dell’accordo.
Così, dopo Ancelotti, anche Conte è pronto ad accendere il mercato degli allenatori. Carletto, esonerato dal Bayern Monaco, è già in pista. L’ex juventino potrebbe raggiungerlo in fretta. Una nuova squadra, una nuova sfida. Per cancellare la frustrazione, la delusione, la rabbia.
Antonio, ormai, è nel giro dei grandissimi e potrebbe diventare buono per Paris Saint Germain o magari Real Madrid. Dipenderà anche dalla nostalgia canaglia: se davvero volesse tornare a casa un club pronto ad accoglierlo lo troverebbe senza problemi. E la serie A ci guadagnerebbe.