Rotture, misteri: Mondiale in salita È una Rossa veloce ma fragile
Arrivabene: «La tabella della sfortuna si allunga, ma niente allarmismi»
SEPANG Provate a mettervi nei panni di Kimi Raikkonen, uomo da prima fila che nemmeno riesce a cominciare il Gp: non spacchereste tutto quello che capita a tiro? A modo suo lo fa anche Iceman, paralizzato nel giro di installazione da quel «no power»diventato la triste colonna sonora della Ferrari a Sepang 2017.
Il calvario è stato breve: sulla griglia i meccanici hanno provato a smanettare, poi hanno preferito riportare la macchina nel box per cercare il mostro. Caccia vana: ritiro forzato per chi sarebbe scattato a fianco di Lewis Hamilton con la missione di stopparlo, anche se alla fine ha provveduto Verstappen. Però la rabbia di Kimi è alla Raikkonen. Cioè pacata. «Non so che cosa sia accaduto, ma il guasto sarà stato serio. Fa male uscire così perché la macchina era competitiva. Avremmo vinto? Non so, ma Vettel ha provato che era in grado di andare molto forte». Amen. Noi pensiamo che ce l’avrebbe davvero fatta. Ma la vera questione, nei prossimi giorni, sarà capire, decifrare, smascherare. È stato lo stesso guaio occorso a Vettel nel P3 (un guasto classificato come elettrico) oppure il bis di quello verificatosi all’inizio della qualifica, ovvero (Afp)
una conduttura in carbonio che si è rotta facendo sì che il compressore non mandasse aria a sufficienza? Dovranno scoprirlo a Maranello. Per Vettel la Ferrari ha omologato una quinta power unit (incassando un -20 in griglia ininfluente) e quindi anche un quinto motore endotermico. È quella che ha fatto la gara e che andrà in Giappone insieme alla numero 3, perché il danno del sabato mattina pare risolvibile sul posto. Per Kimi, che montava invece il motore 3, saranno arruolate le unità 4 e 2. Al di là dei numeri e delle battute sulla sfortuna (Maurizio Arrivabene, non sapendo più se ridere o arrabbiarsi: «Alla tabella della sfiga sto aggiungendo ogni volta una casella: mi mancava quella del ritiro nel giro di installazione»), si pone l’interrogativo della tenuta tecnico-meccanica. Al Cavallino, però, escludono che si siano accese spie d’allarme: «La questione di affidabilità si pone se rompi, per dire, un cilindro o altre parti», questa è la tesi. Sarà, ma intanto ci sono un po’ di tesserine da sistemare perché c’è pure una verità che emerge in positivo da Sepang: la macchina va forte e l’hanno afferrato alla Mercedes. Ecco perché la Rossa, tutto sommato, ha il dovere di crederci.