Manovra, governo avanti anche senza Mdp Scontro a sinistra: Pisapia attacca D’Alema
Passa la nota del Def, c’è l’appoggio dei verdiniani L’ex sindaco: Massimo stia di lato. E duella con Vendola
Nonostante qualche timore, il Senato prima e poi la Camera votano sì allo scostamento di bilancio dal deficit (dello 0,3%) e alla nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza). Se alla Camera il governo era più tranquillo, al Senato l’uscita dall’Aula dei bersaniani sul Def non ha impedito alla legge di ottenere il via libera: 164 voti a favore, 107 contrari. A sostenere il governo, oltre ai 98 voti Pd, i 24 senatori di Ap, 16 delle Autonomie, 10 del gruppo misto (compreso Monti) e 12 verdiniani di Ala. Contrari Forza Italia, Lega, M5S e Gal. A sinistra sale lo scontro. Pisapia attacca D’Alema: «Divide, faccia un passo di lato».
Nonostante qualche timore della vigilia alla fine il Senato prima e poi anche la Camera votano sì allo scostamento di bilancio dal deficit (dello 0,3%) e alla nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza). Se alla Camera il governo godeva di numeri più confortanti, al Senato l’uscita dall’Aula dei bersaniani sul Def, in un giorno segnato dalle tensioni tra Giuliano Pisapia e Massimo D’Alema, non ha impedito alla norma di passare con 164 sì. A sostenere l’esecutivo, oltre ai 98 voti compatti del Pd, anche 24 di Ap, 16 delle Autonomie, 10 del Misto (con Mario Monti) e soprattutto 12 verdiniani di Ala. Contro hanno votato Forza Italia, Lega, M5S e Gal. Il voto sullo scostamento dal deficit al Senato, per il quale era richiesta la maggioranza assoluta (161 voti), ha invece ottenuto un ampio consenso con 181 sì, grazie al voto favorevole di Mdp. Soddisfatto il premier Paolo Gentiloni: «Il Parlamento approva il quadro economico-finanziario della prossima legge di Bilancio. Un voto all’insegna di responsabilità e stabilità».
Per provare a ricucire lo strappo che martedì ha portato il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico (Mdp), a dimettersi dal governo per coerenza con il suo partito sul Def, nella risoluzione la maggioranza ha impegnato l’esecutivo a «rivedere gradualmente il meccanismo del “super ticket”» e «aumentare le risorse per gli investimenti nella sanità». Ma l’apertura del governo è stata giudicata insufficiente da Mdp che non ha votato la risoluzione. Lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si è detto possibilista su eventuali interventi «di miglioramento ed efficientamento» del Sistema sanitario.
Intanto il clima a sinistra torna a infuocarsi quando Pisapia, leader di Campo progressista, invita D’Alema a «fare un passo di fianco» perché «bisogna esser in grado di unire», mentre l’ex premier «era favorevole che non si votasse lo scostamento di bilancio», causando così l’aumento dell’Iva. «Io sono a disposizione di un progetto unitario, lui continua a fare dichiarazioni che dividono», aggiunge. Via social si inserisce nella polemica Niki Vendola: «Ha ragione Pisapia: D’Alema è divisivo, divide la sinistra dalla destra». La replica dell’ex sindaco: «Si può cambiare idea ma non dimenticare: hai governato la Puglia in variegata compagnia. A Milano non c’era destra in giunta». Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, invita «lo Stato a non stringere, ma ad allargare la forbice sullo stato sociale che si sta perdendo perché le fasce di povertà aumentano enormemente».