Corriere della Sera

Microchip sottopelle per pagare il biglietto: diventiamo cyborg

Circa tremila svedesi si sono fatti impiantare un circuito fra indice e pollice che contiene biglietti digitali Come sostiene Elon Musk la vita da cyborg è già iniziata

- di Stefano Montefiori

La compagnia ferroviari­a di Stato svedese «SJ» ha cominciato ad accettare biglietti caricati su microchip impiantati nella mano dei viaggiator­i. Bisogna essere iscritti al programma di fedeltà, e avere già il microchip.

In Svezia sono circa già 3.000 le persone dotate del microchip (che usa la tecnologia NFC Near Field Communicat­ion, quella delle carte di credito) e passate quindi allo stadio di cyborg, cioè organismi cibernetic­i composti da corpo naturale e uno o più elementi artificial­i. Niente di così diverso, in teoria, dai pazienti cardiaci che da decenni vivono con un pacemaker o un defibrilla­tore impiantato nel torace e collegato al cuore. Quelle però sono tecnologie avanzate e costose destinate a salvare la vita del malato, mentre nel caso svedese si tratta di un piccolo congegno grande quanto un chicco di riso, del costo di circa 150 euro, che serve per rendere più facili alcune operazioni della vita quotidiana.

Dopo gli orologi connessi che monitorano il sonno e il battito cardiaco o il riconoscim­ento facciale usato per fare acquisti o il check-in agli aeroporti (lo usa la Finnair), i microchip simili a quelli usati da anni sugli animali vengono impiantati nell’uomo per aprire e chiudere le porte degli uffici senza bisogno di digitare un codice, accendere e spegnere le luci, pagare il caffé alla macchinett­a e adesso, appunto, mostrare il biglietto al controllor­e delle ferrovie di Stato svedesi.

I passeggeri possono comprare il biglietto sul web o sull’applicazio­ne «SJ», e una volta connessi con il loro numero di programma fedeltà il titolo di trasporto viene caricato sul microchip. Il controllor­e avvicina il lettore alla mano del passeggero e appaiono tutti i dati del biglietto. «Qualcuno ha sollevato dubbi sulla privacy — dice un portavoce della compagnia — ed è una questione che prendiamo molto sul serio. Ma se davvero la paura è di essere tracciati, allora sono più preoccupan­ti smartphone e carte di credito».

I circa 3.000 microchip già in uso in Svezia hanno cominciato a essere impiantati tra il pollice e l’indice della mano all’inizio del 2015 dalla startup Epicenter, a Stoccolma, che propone ai dipendenti di usarli per entrare nell’azienda, fare funzionare le stampanti o comprare una bottigliet­ta d’acqua ai distributo­ri automatici. «Impiantare qualcosa di elettronic­o nel corpo è stato un passo importante anche per me — dice Patrick Mesterton, capo di Epicenter —, ma poi diventa naturale e molto comodo». Altre aziende hanno seguito, in Svezia, Belgio e negli Stati Uniti. In Australia centinaia di persone hanno già fatto ricorso al servizio «Chip My Life» fondato da Shanti Korporaal. Ma è la prima volta che il microchip viene usato in un’azienda rivolta al grande pubblico come le ferrovie svedesi.

La tendenza di incorporar­e la tecnologia nell’uomo fa immaginare a Elon Musk (Tesla, Space X, Neuralink) un futuro

La compagnia «Noi siamo attenti alla privacy, ma sono più preoccupan­ti carte di credito e smartphone»

prossimo in cui i nostri cervelli saranno collegati a Internet: «Le persone non capiscono che già adesso sono dei cyborg. Se ti dimentichi il cellulare ti senti come se ti mancasse un braccio. Ci stiamo già fondendo con i telefonini e la tecnologia».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy