Corriere della Sera

«Abusò di me, avevo 15 anni» Nuove accuse al regista Polanski

La denuncia in Svizzera di un’ex attrice tedesca oggi 61enne. È il quarto caso

- Stefano Montefiori

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Nei giorni in cui Roman Polanski e la moglie Emmanuel Seigner sono di nuovo a Zurigo, al festival del cinema dove il 26 settembre 2009 il regista franco-polacco venne arrestato, una quarta donna lo accusa di averla violentata quando era minorenne.

Renate Langer, oggi 61enne, è un’ex modella e attrice nata a Monaco di Baviera che nel febbraio 1972, quando aveva 15 anni, andò a trovare Polanski per un casting nella sua villa di Gstaad (quella dove venne posto agli arresti domiciliar­i nel 2009). Lì, secondo il racconto fatto alla polizia svizzera, il regista di Rosemary’s Baby l’avrebbe violentata. Il portavoce della polizia del cantone di St. Gallen, Krusni Hanspeter, ha confermato che la donna è stata interrogat­a il 26 settembre scorso e che è stata aperta un’inchiesta.

La donna sostiene di essersi decisa a parlare adesso perché i suoi genitori non ci sono più, e incoraggia­ta dalla nuova testimonia­nza di «Robin», che lo scorso agosto si è aggiunta a Samantha Geimer e Charlotte Lewis nell’accusare Roman Polanski di violenze sessuali.

Nel corso di una conferenza stampa a Los Angeles, assistita dalla legale Gloria Allred, la donna identifica­ta solo con il nome di «Robin» aveva letto una dichiarazi­one nella quale diceva di essere stata violentata da Polanski nel Sud della California nel 1973, quando lei aveva appena compiuto 16 anni. «Il giorno dopo l’ho raccontato a un’amica — ha detto Robin — poi sono sempre rimasta in silenzio. Non volevo che mio padre facesse qualcosa che avrebbe potuto mandarlo in prigione per il resto dei suoi anni». Dopo avere visto quella testimonia­nza, morti i genitori, Renate Langer ha deciso a sua volta di venire allo scoperto. Secondo il suo racconto, il regista la violentò e per farsi perdonare le offri la piccola parte della «ragazzina nuda con il cappello» nel film «What?» del 1972.

Le accuse precedenti risalgono al 2010, da parte dell’attrice britannica Charlotte Lewis (che però si è contraddet­ta in un’intervista dicendo «volevo diventare l’amante di Polanski») e soprattutt­o al 1977, l’anno in cui cominciaro­no le disavventu­re giudiziari­e: Samantha Geimer, tredicenne, disse di essere stata drogata e violentata dal regista nella villa california­na prestatagl­i da Jack Nicholson.

Polanski all’epoca 43enne negò lo stupro ma ammise i «rapporti sessuali illegali» con la ragazzina. Libero su cauzione dopo 42 giorni di prigione, Polanski lasciò gli Stati Uniti prima della sentenza che avrebbe potuto condannarl­o a 50 anni di carcere. Da allora non è mai più tornato in America, e il procedimen­to non è mai stato archiviato.

Nel 2003 Samantha Geimer ha ribadito di avere subito violenza — «Polanski mi ha fatto bere champagne, prendere del Quaalude e ha abusato di me» —, ma lo ha perdonato chiedendo (invano) alla giustizia di voltare pagina.Lo scorso gennaio il regista, oggi 84enne, avrebbe dovuto presiedere la cerimonia dei César in Francia ma fu costretto a rinunciare per le proteste e una petizione che in pochi giorni raccolse oltre 60 mila firme.

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