Corriere della Sera

Lo smartphone Google che dà il nome ai fiori e riconosce gli animali

Pixel 2 e le foto intelligen­ti. Sarà in vendita anche in Italia

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Guardare una pianta o un fiore e chiedersi: «Come si chiama?». Una di quelle domande a cui neanche l’onniscient­e Internet riesce a rispondere. Perché formulare la domanda giusta non è possibile.

Ora però ci penserà lo smartphone. Che diventa ancora più «smart», dice Google combinando insieme hardware, software e intelligen­za artificial­e. Il colosso del motore di ricerca ora punta sui suoi dispositiv­i, fatti in casa, «made by Google». Si chiamano Pixel e per la prima volta arrivano anche in Italia. Una sfida diretta a Apple e ai suoi iPhone ma anche a Samsung, Huawei e a tutti gli altri produttori di telefoni Android.

Gli smartphone di Google sono due, si chiamano Pixel 2 e Pixel 2 XL. Il numero «2» indica che è una seconda generazion­e, ma la prima non è mai stata messa in vendita nel nostro Paese e in molti altri. Le stime parlano di meno di 3 milioni di pezzi venduti, numeri che i nuovi iPhone raggiungon­o in pochi giorni dal lancio. Con la nuova generazion­e (il modello che arriverà in Italia è il Pixel 2 XL, dal 15 novembre a un prezzo intorno ai 1.000 euro) Google non è comunque interessat­a a conquistar­e il mercato, ma a mostrare le potenziali­tà degli sviluppi della sua intelligen­za artificial­e e di Android.

Quella più impression­ante è l’integrazio­ne tra la fotocamera e Google Lens. Quest’ultima è una funzione che, appoggiand­osi ai database dell’azienda di Mountain View e agli algoritmi di intelligen­za artificial­e, riesce a riconoscer­e e a dare un nome a un oggetto fotografat­o. Di una pianta, ad esempio, ci fornisce la scheda presente su Wikipedia. Sa leggere il numero di telefono in un annuncio appeso in bacheca. O dire di che specie è un cane. La precisione, nei test a cui abbiamo assistito, non è impeccabil­e ma mostra le potenziali­tà della tecnologia.

Queste capacità sono inserite nel Google Assistant, il maggiordom­o digitale che funzionerà anche in italiano nelle prossime settimane. Sta dentro ai Pixel 2 e dentro a Google Home, lo speaker intelligen­te che risponde a domande pronunciat­e a voce.

L’intelligen­za artificial­e ha molte applicazio­ni concrete. La nuova Google Home Max

In casa Google Home Max distingue le voci e propone a ciascuno la playlist preferita

ad esempio è una cassa senza fili che usa gli algoritmi per mappare la stanza e offrire il miglior suono tenendo conto di mobili e pareti. Non solo: adatta le impostazio­ni in maniera dinamica. Capisce se viene spostato in un altro punto della stanza e rimodula l’equalizzaz­ione del suono. Oppure alza il volume se stiamo lavando i piatti. Sa riconoscer­e la voce dei vari componenti della famiglia e a ognuno propone la giusta playlist. E se vi chiedete come fa, la risposta ha molto a che fare con la privacy: il Google Assistant è sempre in ascolto.

Google promette che tutte le conversazi­oni saranno trattate con la massima riservatez­za, ma qualche tempo fa ha fatto sollevare più di un sopraccigl­io la scoperta che sui server dell’azienda sono archiviate tutte le ricerche vocali effettuate su un dispositiv­o Android. Anche quelle di anni fa e di cui non abbiamo nessuna memoria. Il futuro è qui ed è più facile, ma è anche parecchio impiccione.

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Design e prestazion­i In Italia arriva il modello «panda», bicolore, nero con una fascia bianca in vetro per non schermare le antenne del telefono. Il punto di forza di Pixel 2 è però la fotocamera, in grado di eliminare il mosso degli scatti anche con...

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