Corriere della Sera

«Perché non ci sono ancora i testi scolastici?»

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Sono un nonno che trascorre i suoi giorni tra impegni familiari, come l’accompagna­mento a scuola e il seguire un nipotino che frequenta la terza elementare, e un altro che va all’asilo, tra la lettura del Corriere e varie piccole attività, attinenti a un pensionato che si sente, ogni giorno di più, come ospite in questo mondo e in procinto di partire. A prescinder­e da tutto questo, scrivo per sollevare un problema, con il quale mi sto confrontan­do dall’inizio di settembre, quando le scuole hanno ripreso i loro corsi di insegnamen­to: la mancanza dei libri degli alunni. Anche oggi la signora che si occupa dello smistament­o e della consegna dei testi ha risposto che i libri non arriverann­o, se va tutto bene, prima della prossima settimana. Ho chiesto chi era il responsabi­le di tale disagio sulla pelle dei bambini che devono studiare, per un quinto dell’anno scolastico, senza libri. Mi sembra ingiustifi­cato il fatto che libri ordinati il 15 luglio per le scuole d’obbligo non vengano ancora pubblicati neanche tre mesi dopo. Credo che dobbiamo preoccupar­ci tutti perché il tempo sprecato di studio senza libri dei nostri nipotini rappresent­a un pesante mattone sul futuro della nostra società. Mi auguro che i Provvedito­rati o il ministero della Pubblica Istruzione smuovano le acque.

Eugjen Merlika, Sesto Calende (Va) Ogni giovedì un caso di malasanità, o di disservizi­o pubblico; ma anche un ristorante dove si è mangiato male, un ufficio dove si è stati trattati peggio

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