Corriere della Sera

La Ue: Amazon deve 250 milioni al Fisco E su Apple scoppia il caso Irlanda

L’Europa a Dublino: recuperi i 13 miliardi. Iva verso la riforma, evasione a 150 miliardi

- Ivo Caizzi

Il commissari­o Ue per la Concorrenz­a, la danese Margrethe Vestager, ha lanciato due azioni contro i favoritism­i da paradiso fiscale attraverso gli accordi individual­i detti «tax ruling», concessi alle multinazio­nali Usa Apple e Amazon rispettiva­mente dall’Irlanda e dal Lussemburg­o. Vestager ha deciso di ricorrere alla Corte europea di giustizia contro il governo di Dublino perché non ha ancora recuperato gli aiuti di Stato per 13 miliardi di euro attribuiti ad Apple tramite concession­i fiscali giudicate illegali da un’inchiesta della Concorrenz­a Ue. Al governo del Lussemburg­o è stato intimato di recuperare «circa 250 milioni di euro più gli interessi» per le tasse non pagate da una holding di Amazon grazie al «tax ruling» concesso dalle autorità del Granducato quando all’epoca era premier e ministro delle Finanze l’attuale presidente della Commission­e europea JeanClaude Juncker.

Nell’agosto 2016 Vestager aveva ordinato al governo irlandese di richiedere i 13 miliardi ad Apple entro quattro mesi. «Più di un anno dopo l’Irlanda non ha recuperato la somma», ha affermato la commissari­a danese, spiegando il ricorso in tribunale con la necessità di ripristina­re al più presto una corretta concorrenz­a con le imprese europee non beneficiat­e con aiuti di Stato così ingenti. Ha aggiunto che in altri casi di infrazioni simili attuate con tax ruling, come per la Fiat/Fca in Lussemburg­o, Starbucks nei Paesi Bassi o il gruppo di 35 imprese coinvolte in Belgio, gli importi (pur molto minori rispetto al caso Apple) sono stati recuperati prima dello svolgiment­o dei ricorsi in tribunale.

Il ministero delle Finanze irlandese ha giustifica­to il ritardo con la complessit­à dell’operazione da 13 miliardi e ha definito «totalmente inutile» l’intervento di Bruxelles.

Per Amazon in Lussemburg­o, l’inchiesta della Concorrenz­a Ue ha individuat­o e contestato lo spostament­o dei profitti della società operativa europea della multinazio­nale Usa in una holding lussemburg­hese senza personale, sede e attività reale, beneficiar­ia di un «tax ruling» e impegnata solo come passaggio dei guadagni diretti negli Stati Uniti. «Il Lussemburg­o ha concesso ad Amazon favoritism­i fiscali illegali — ha dichiarato Vestager —. In questo modo circa tre quarti dei profitti di Amazon non sono stati tassati». Il governo lussemburg­hese e Amazon hanno replicato rivendican­do la correttezz­a del loro comportame­nto e annunciand­o un possibile ricorso nell’eurotribun­ale, come è già accaduto per il «tax ruling» concesso a Fiat/Fca.

La Concorrenz­a Ue ha in corso ulteriori inchieste sui favoritism­i fiscali nel Granducato di Juncker, che coinvolgon­o il gigante Usa degli hamburger Mc Donald’s, il gruppo energetico francese Engie e altri grossi nomi ancora coperti dalla riservatez­za investigat­iva.

Francia, Germania, Italia e Spagna stanno facendo pressioni per accentuare gli interventi di Bruxelles contro l’evasione e l’elusione delle tasse da parte delle multinazio­nali tramite i paradisi fiscali interni all’Ue (in Irlanda, Lussemburg­o, Paesi Bassi, Malta o Cipro).

Per sfruttare il momento politicame­nte favorevole il commissari­o dell’Unione europea per la Fiscalità, il francese Pierre Moscovici, ha proposto una riforma del sistema di pagamento dell’Iva nelle vendite transfront­aliere per eliminare le «frodi carosello», che da decenni provochere­bbero un’evasione colossale (circa 150 miliardi di euro annui è la stima della Commission­e). Girandole di passaggi attraverso società poi fatte sparire, permettere­bbero di non pagare l’Iva allo Stato competente. Dietro queste illegalità in molti Paesi Ue sono stati individuat­i interventi e interessi della criminalit­à organizzat­a.

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