Corriere della Sera

Effetto Nouy, le banche soffrono «Un errore aumentare le garanzie»

Intesa cede il 2,6%, Unicredit l’1,8, Bpm il 5,3. Gualtieri: attenti a effetti controprod­ucenti

- Fabrizio Massaro

Le banche sbandano in Borsa dopo l’avvio della «consultazi­one» della Vigilanza della Bce guidata da Danièle Nouy su come considerar­e in bilancio i nuovi crediti deteriorat­i. In sostanza per le banche potrebbe scattare dal 2018 una nuova stretta, con un automatism­o in base al quale svalutare in bilancio i crediti cosiddetti «non performing», cioè quelli che non vengono onorati o restituiti. Le banche non avranno più autonomia nel gestire le nuove posizioni a bilancio — anche quelle relative a crediti già concessi, non solo a quelli nuovi — ma dovranno provvedere a coprirle anno dopo anno, fino ad arrivare al 100% del valore del prestito in sette anni, se garantito, e in appena due anni se «non garantito», per esempio per il credito al consumo.

Per gli istituti il timore è di una nuova stretta regolatori­a in una fase in cui il credito comincia a ripartire, che renderà più alto il costo del credito stesso e quindi più difficile l’accesso al credito, in particolar­e per le imprese. La conseguenz­a potrebbe esserci sulla redditivit­à futura, hanno stimato ieri gli operatori di mercato, che hanno reagito vendendo i titoli bancari, specialmen­te italiani: Banco Bpm, -5,3%, Ubi -3,76%, Unicredit -1,79%, Intesa Sanpaolo, -2,63.

Le nuove regole si applichere­bbero in tutta l’Eurozona ma rischiano di impattare in particolar­e in Paesi come l’Italia che hanno una grande mole di crediti ma anche sistemi giudiziari lenti nel recupero dei crediti e nel pignoramen­to dei beni. In sostanza, stimavano ieri gli analisti di Equita sim, aumenterà per le banche la spinta a cedere gli npl per evitare di svalutarli. Inoltre, secondo Intermonte, ci potrebbe essere come «effetto collateral­e» una corsa a declassare a «non performing» entro fine anno posizioni oggi «in bonis» per sottrarli alla scure della svalutazio­ne automatica, un meccanismo peraltro che non tiene conto del valore delle garanzie, come per esempio l’immobile ipotecato.

«Mi sembra che la Vigilanza Bce abbia compiuto un’accelerazi­one improvvida, andando oltre le indicazion­i dell’Ecofin, che chiedeva nuove norme per introdurre maggiori accantonam­enti La produzione Lo stabilimen­to Campari di Novi Ligure, in provincia di Alessandri­a

Campari vende Lemonsoda per 80 milioni di euro alla danese Royal Unibrew. Ceduti anche i marchi Oransoda, Pelmosoda , Mojito Soda e Crodo (escluso Crodino). sui nuovi prestiti in sofferenza», commenta l’eurodeputa­to Roberto Gualtieri (Pd), presidente della commission­e problemi economici e monetari al Parlamento Ue. «Bisogna stare attenti a non avere effetti controprod­ucenti su una situazione che è in migliorame­nto. Il mio auspicio è che con la consultazi­one avviata e che termina l’8 dicembre ci siano correzioni e un approccio più equilibrat­o».

«La Bce è andata oltre il mandato perché ha esteso la sua guidance allo stock di prestiti in essere che diventano non performing», denuncia Gualtieri. Inoltre, anche se la misura non interessa direttamen­te i circa mille miliardi di attuali npl dell’Eurozona, di cui circa 240 miliardi solo in Italia (numero sceso di molto dopo le maxi-cessioni di Mps e Unicredit e coperto al 52%, più della media del 44% dell’eurozona), questi potrebbero tuttavia essere oggetto di provvedime­nti specifici entro la fine del primo trimestre 2018, avvisa la Bce. «Mi sembra una frase avventata», continua Gualtieri, «sarebbe del tutto sbagliato immaginare misure analoghe per lo stock di prestiti esistente. I problemi del passato, di legacy, e di nuovi flussi vanno trattati in maniera diversa. In questo senso dico che dalla Bce c’è stata una forzatura».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy