Corriere della Sera

Il vertice di EY sul digitale e i ritardi del pubblico Madia: i Comuni 4.0? Passeranno da 4 a 800

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DAL NOSTRO INVIATO

Bene, non benissimo: le cose tuttavia stanno migliorand­o. L’Italia è quello strano Paese dove sono più digitalizz­ati i pensionati che gli studenti. Almeno per quanto riguarda il rapporto fra cittadini e Pubblica amministra­zione. Funzionano gli adempiment­i Inps online, la Pec è ampiamente utilizzata, la fatturazio­ne elettronic­a sta accorciand­o i ritardi nei pagamenti, ma il sistema scolastico è ancora a trazione analogica, mentre firma digitale e Spid (il Sistema pubblico di identità digitale) sono strumenti utili ma di molto sottoutili­zzati. Dà ragione alla profezia del Commissari­o del governo per l’Innovazion­e Diego Piacentini — ci vorranno ancora dieci anni per vedere un’Italia Digitale — il rapporto di Censis e Agi su «Italiani, innovazion­e e Pa digitale» presentato ieri in apertura della decima edizione del Digital Summit di EY che proseguirà fino a domani a Capri fra workshop e interventi dedicati agli effetti della «digital transforma­tion» sull’economia. «Nella percezione dei nostri concittadi­ni — ha commentato il segretario generale del Censis Giorgio De Rita — la Pa digitale non è ancora arrivata, e la colpa è delle troppe iniziative e dei tanti progetti che in tal senso si sono affastella­ti negli scorsi anni». Serve, insomma, uno sforzo per fare sistema poiché, ha proseguito De Rita, «quando si ha a che fare con lo Stato, ciò che è semplice diventa complicato e tale complessit­à sul web viene amplificat­a». La gente, d’altronde, quando clicca vuole risposte immediate, su Amazon come sul sito del proprio Comune. 7.981, per l’esattezza, nessuno dei quali, come ha ammesso il ministro per la Semplifica­zione Marianna Madia ospite della kermesse, è ancora entrato nella banca dati unica dell’anagrafe digitale: «Ci stiamo lavorando. Oggi sono solo quattro i Comuni digitalizz­ati, ma 800 lo saranno entro sei mesi, e fra questi Milano e Napoli». La velocità delle riforme arranca dietro il ritmo del cambiament­o. Viene da credere alla previsione di Piacentini.

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