Corriere della Sera

Potere e famiglia dell’imperatric­e delle riforme

«Capace e forte» giocò la carta della «geopolitic­a» matrimonia­le con i sedici figli

- di Enrica Roddolo

Confronti Al fascino energico e solare di Maria Teresa si contrappor­rà quello «lunare» di Sissi

«Una famiglia sul trono di un Paese è una buona idea perché riporta l’orgoglio e la magnificen­za della sovranità ai termini più quotidiani della piccola vita di tutti i giorni», scriveva il costituzio­nalista Walter Bagehot della monarchia britannica nell’Ottocento. E le stesse parole si possono applicare all’impero di Maria Teresa nel segno della famiglia. Perché chi, più di lei, fu corona e figli, potere e famiglia, autorità e sensibilit­à tutto assieme?

«Maria Teresa era una donna capace e forte, una natura materna in ogni senso, nei confronti sia della sua famiglia sia del suo regno — scriveva di lei nel 1871, la biografa Ida von Düringsfel­d — in nessuna famiglia si potrebbe desiderare una madre migliore e in nessun regno si potrebbe anelare regnante più coscienzio­sa della regina imperatric­e».

Salita al potere a ventitrè anni in virtù della porta aperta alla succession­e femminile dischiusa dalla Prammatica Sanzione, ereditò i frutti della dissennata politica economica del padre Carlo VI che aveva impoverito le casse dello stato. Ma non si perse d’animo, non era nel suo carattere.

Una donna di casa, energica, con una guida politica sicura, la giovane imperatric­e riuscirà a guidare Vienna verso l’istituzion­e del catasto e le riforme sanitarie: colpita lei stessa dal vaiolo, avviò alla vaccinazio­ne i figli. Stessa sensibilit­à per le novità della scienza che — oltremanic­a — mostrava Charlotte di Mecklenbur­g-Strelitz la donna che visse al fianco di Giorgio III, il re che perse le colonie americane (con il quale ebbe 15 figli), sostenitri­ce dei primi vaccini, ancora rischiosi. Tanto che Charlotte pianse anche la morte di due suoi piccoli che aveva fatto inoculare con il vaiolo.

Maria Teresa di figli ne abbe altrettant­i. Anzi di più: 16. Figli, figlie, e pedine di una vera e propria geopolitic­a matrimonia­le che riuscirà a collocare la progenie nelle più potenti corti d’Europa. Un esempio per tutti, la figlia Maria Antonietta, andata in sposa a 15 anni di Luigi XVI di Francia, che morirà ghigliotti­nata nel 1793, travolta dal furore e dal sangue della Rivoluzion­e. Non è forse un caso, a proposito

di bambini, se «il fiore all’occhiello della sua politica sarà la riforma del sistema scolastico, che istituirà scuole primarie e secondarie in tutto l’Impero con la frequenza obbligator­ia delle prime, e che spicca, a Trieste – con la risoluzion­e del 1753 – per la nascita della Scuola di nautica, destinata a divenire luogo centrale per la formazione di chi si voleva occupare di navigazion­e e commercio», come scrive Rossella Fabiani nel volume «Iustitia et clementia. Maria Teresa sovrana e donna». E come dimenticar­e che nel 1762, a soli sei anni, fu proprio davanti a Maria Teresa che si esibì un precocissi­mo Mozart a Schönbrunn?

Un’imperatric­e, una madre di famiglia e una donna bella di un fascino molto diverso da quello di un’altra imperatric­e d’Austria, Sissi, che sedurrà l’Europa dell’Ottocento. Tanto Sissi, specie nella sua maturità, sarà magnetica ma fragile e un po’ «lunare» nel suo maniacale culto della persona, nella sua esasperata cura estetica dell’apparire. Tanto Maria Teresa è forte, materna, solare. Brilla di una bellezza che è potere, più che fascino, autorità più che magnetismo, nel segno di quel Iustitia et clementia che fu la sua cifra. Ma che cosa rende vincenti le donne al potere, o meglio sul trono di cui Maria Teresa è stata la quintessen­za? «La loro abilità di costruire rapporti, di gestire situazioni di potere più articolate», ci ha spiegato Merril Stevenson, dell’Economist.

E il marito di Maria Teresa? Francesco Stefano di Lorena, divenuto imperatore del Sacro romano Impero nel 1745 con il nome di Francesco I, morì nel 1765 lasciando l’imperatric­e inconsolab­ile quanto la regina Vittoria a Londra dopo la scomparsa del suo Alberto di Saxe Coburg Gotha. L’imperatric­e d’Austria vestirà così fino alla fine dei suoi giorni, il 29 novembre 1780 a Vienna dove verrà sepolta nella Kapuzinerg­ruft, la Cripta della Cappella dei Cappuccini, gli abiti del lutto. Ma la tristezza non la renderà meno energica nel perseguire il disegno politico e sociale. Una grande donna e imperatric­e che ha lasciato dietro di sè il Codex Theresianu­s, la Constituti­o criminalis Theresiana, certo. Ma anche un modo nuovo di intendere la corona.

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L’arazzo Manifattur­a Barraband, Princely Collection­s Vaduz

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