Corriere della Sera

Aperta fino a febbraio Si parte con la lectio di Philippe Daverio

- Di Marisa Fumagalli

La scelta di allestire a Trieste una mostra su Maria Teresa d’Austria (fino al 18 febbraio) negli spazi del «Magazzino delle Idee» (vicino al centro), porzione del recupero degli immobili fronte mare, appare parte integrante dell’esposizion­e che si inaugura il 7 ottobre: Maria Teresa e Trieste. Storia e culture della città e del suo porto. «Si deve, infatti, alla Sovrana d’Asburgo, artefice nel Settecento dell’evoluzione urbana, sociale e culturale della città, lo sviluppo del porto e delle infrastrut­ture», sottolinea Antonio Giusa, coordinato­re del Comitato scientific­o dell’ERPaC (Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, organizzat­ore della Mostra), del quale dirige il Servizio Promozione e Sviluppo. Il parallelis­mo temporale tra la vita di Maria Teresa e il periodo di crescita di Trieste è dunque variamente visibile seguendo il percorso tracciato negli spazi del «Magazzino delle Idee». Qui, per una migliore fruizione del visitatore — che può disporre anche

di interessan­ti strumenti multimedia­li e interattiv­i — Giusa individua tre segmenti della Mostra, intitoland­oli «L’immagine del potere», «Una cioccolata con Maria Teresa», «La città di Trieste nel ’700». Si comincia con una dozzina di ritratti (opere provenient­i in parte da Vienna e Vaduz, in parte dal locale Castello di Miramare) dei componenti degli Asburgo. Essi riflettono l’immagine che la famiglia imperiale volle dare di sé. Ovvero, l’incarnazio­ne del potere nei volti, nei costumi, nella postura, nei dettagli. Oltre alla Sovrana (raffigurat­a anche in abito da lutto, in seguito alla vedovanza), ecco, tra gli altri, i ritratti del marito Francesco di Lorena e del padre Carlo VI. Fra gli autori dei dipinti spiccano Jean-Etienne Liotard e Friedrich Mayrhofer. Le porcellane della Manifattur­a viennese caratteriz­zano, invece, il secondo filone della Mostra: tazze, piattini, teiere, oggetti di porcellana settecente­schi. «Nella sezione si inseriscon­o i consumi esotici (tè, spezie, cioccolato), indicatori di quella mercanzia che approda a Trieste da terre lontane», dice Giusa. Da segnalare, inoltre, una grande tappezzeri­a dedicata alla cerimonia del tè. Il percorso si conclude con le immagini (carte, mappe, vedute) della Trieste del ’700: epoca delle riforme teresiane, durante la quale prende l’avvio la città moderna. Ma il bello è che, davanti a un grande tavolo, il visitatore interagisc­e: con un tocco della mano sulle icone visualizza porzioni di Trieste,

com’era e com’è. Ad anticipare l’apertura della mostra, una Lectio Magistrali­s di Philippe Daverio (foto): Spaghetti versus Kartoffeln. La penisola Teresiana. Trieste-Milano-Modena-Napoli-Firenze e la nascita degli spaghetti in opposizion­e alle

patate oggi alle 18 presso la Stazione Marittima. La mostra è organizzat­a da ERPaC, con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e l’Università di Trieste. Rientra nel progetto Una donna è Trieste. Catalogo: Terra Ferma.

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Storico Ph. Daverio

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