Corriere della Sera

Devecchi, quell’eccezione nel basket senza bandiere

Il cugino di Gallinari con Sassari fino al 2024: «Atto d’amore verso la Sardegna e una squadra-famiglia»

- Werther Pedrazzi

Vero: nello sport profession­istico di squadra non esistono più le bandiere. Tranne l’eccezione che conferma la regola. Giacomo «Jack» Devecchi, al via della sua dodicesima stagione alla Dinamo Sassari, ha firmato il rinnovo del contratto che lo legherà alla squadra sarda fino al 2024. Quando lui di anni ne avrà 39. In tutto faranno 18 anni al profumo di mirto e sapore di Cannonau. «Sono stato molto fortunato — spiega Jack — ad arrivare nel posto giusto al momento giusto. Nella squadra-famiglia che ti accoglie e ti rapisce dal resto del mondo. Il mio è un atto d’amore verso il club, la Sardegna e persone che nel vivere conservano un vago sentimento di romanticis­mo fatto di valori difesi e praticati».

A Sassari Devecchi arrivò dopo le giovanili all’Olimpia Milano e i primi due anni da profession­ista a Montegrana­ro, con Pillastrin­i allenatore e Luca Vitali playmaker, conquistan­do la promozione dalla Legadue in serie A. «Salendo di categoria — ricorda — non avevo garanzie di minutaggio: così scelsi di accettare l’offerta della Dinamo. La scelta di vita. Questa terra è diventata la mia terra. Non la lascerò mai». Per Jack e la Dinamo una lunga cavalcata, insieme, dalla Legadue fino al triplete del 2015, l’anno magico dello scudetto, della Supercoppa e della Coppa Italia, quando Sassari fu bestia nera di Milano, eliminata dai sardi di Meo Sacchetti in semifinale playoff e battuta in finale sia in Supercoppa che in Coppa Italia. «Spero di vincere ancora qualcosa prima di chiudere la carriera. Lo so, non sono un giocatore-copertina, uno da 20 punti a partita. Per questo amo il sacrificio e il lavoro sporco. Ma, lo dico sempre, siamo noi che serviamo e “animiamo” le squadre».

Per questo nel basket Jack Devecchi è noto come «il ministro della Difesa». Per questo da 3 anni lo hanno fatto capitano. «Un ruolo che vivo come un dovere. Dietro di noi c’è un “Mondo Dinamo”, rappresent­iamo un’isola intera e devo spiegarlo soprattutt­o ai miei compagni americani quando devono alzarsi al mattino per andare in una scuola, a un evento in Regione o passare un pomeriggio su un campo da basket con i bambini». Jack, che viene da lontano. Sua mamma di cognome fa Gallinari, è la sorella di Vittorio, il Gallone di Dan Peterson (verrà dallo zio il Dna difensivo?, ndr), il papà di Danilo: «Siamo cresciuti assieme e tra me e Danilo c’è da sempre un patto in vigore: ogni volta che uno dei due firma un nuovo contratto, paga una cena all’altro. All’estate si passa all’incasso. Con la sua firma ai Clippers e il mio rinnovo a Sassari stavamo 1-1. Ma dopo il suo cazzotto all’olandese e la frattura alla mano che gli è costata l’Europeo, gli ho telefonato immediatam­ente. Non ho infierito, perché si era accorto subito della cavolata e stava già abbastanza male di suo. Però gli ho detto: sono 2 cene a 1 per me».

Intanto domenica nel primo turno del nuovo campionato, la cosa più bella: 5.000 tifosi in piedi al PalaSerrad­imigni di Sassari; una scrivania antica e due sedie d’oro intarsiate al centro del campo prima del match (vinto) contro Cantù. Il presidente Stefano Sardara ha voluto siglare così la firma dell’estensione del contratto tra la società, il suo popolo, e il suo capitano: «Giuro, non lo sapevo! Una sorpresa, ero emozionato: è la conferma di un legame profondo». Tra Jack e la sua Isla Bonita.

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Firma sul campo Il presidente di Sassari e Jack Devecchi: sul campo la firma del contratto fino al 2024 (Ciamillo Castoria)

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