Corriere della Sera

Pisapia da Mdp, ma Errani ruba la scena

L’ex sindaco applaudito a Ravenna. E a «Vasco» che lo incalza replica: il leader sei tu

- Monica Guerzoni

mille assiepati nella grande sala, a intonare accenti duri e radicali, a rubare la scena a Pisapia ricordando­gli che «non c’è più tempo», che è ora di gettare le fondamenta della nuova casa comune: «Non ci interessa un partitino del 3 per cento, noi vogliamo essere l’innesco del cambiament­o. Non possiamo continuare a rimestare l’acqua, basta sigle, politicism­i, personalis­mi, rottamazio­ni, chiudiamo quel libro e andiamo ai contenuti». Ed è sempre lui, Errani, a difendere D’alema: «Dire che è un gruppettar­o è una sciocchezz­a, D’Alema è una risorsa per noi. Nessun passo indietro Giuliano, per me conta solo il passo avanti». Applausi e «bravo!», un coro di emozioni contrastan­ti che spinge Pisapia a chiudere lo scontro: «D’Alema o non D’Alema, le polemiche interessan­o solo a certa stampa che vuole creare zizzania».

Tocca a Bersani, che gioca in casa e trascina i mille in platea e grida «non mi si dica di sotterrare il rosso, perché io non sarò mai d’accordo». Bersani all’attacco, Bersani barricader­o. Il fondatore di Mdp è entrato in modalità campagna elettorale e non fa sconti a nessuno. Da Renzi a Gentiloni, il Pier Luigi duro e puro ne ha per tutti: «Noi non

I tempi Bersani dà un mese e mezzo di tempo per l’unità. Risposta: io per la poligamia in politica

abbiamo votato il Def e ora vediamo cosa ci diranno sul bilancio. Ma volete mettere un segno di alt a questo insulto a una nuova generazion­e?».

Alessandro De Angelis domanda se Mdp abbia messo nel conto di non votare la manovra e Bersani, secco: «Sì, con un limite, noi la trojka non la facciamo arrivare, cerchiamo mica il freddo nel letto...».

Sintonia di accenti, comunione di intenti. Finché, sul finale, Errani lancia Pisapia come guida di un progetto collettivo e lo richiama, tra gli applausi di chi si è stufato di aspettare Godot, al tempo che sta per scadere: «Per me Giuliano è il nostro leader ma non ha la delega in bianco non è il capo non comanda da solo...». L’ex sindaco si alza con la faccia scura, prende Errani da parte e si vede che lo scambio di battute è teso. Cosa è successo? «Non capisco — fuma nervoso “Vasco” — Giuliano deve aver frainteso».

Eppure il passo avanti c’era stato, visto che Pisapia ha aperto a un «grande momento partecipat­ivo» in cui mettere al centro «sette punti programmat­ici concreti per una campagna elettorale unitaria, capace di trasmetter­e idea che non vendiamo sogni». Ma una cosa Pisapia vuole che sia chiara. L’unione non può essere a due. «Io — strappa una risata — sono per il matrimonio anche omosessual­e, ma in politica sono per la poligamia».

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