Corriere della Sera

Palpeggiat­a sull’autobus I passeggeri fanno barriera

- Di Gianni Santucci

L’annotazion­e dei poliziotti dice che all’inizio ha «cercato un contatto fisico». Che può anche essere casuale, se si parla di un orario intorno a mezzogiorn­o, e di un filobus come la linea 90, la circolare di Milano, sempre affollata. La donna, 30 anni, moldava, s’è però subito resa conto che di fortuito non c’era nulla, nei movimenti dell’uomo che dietro di lei s’accostava, s’allontanav­a, tornava ad avvicinars­i. Così s’è spostata, girandosi, alzando la voce: la risposta è stato uno schiaffo. È a quel punto che i passeggeri del bus sono intervenut­i. Minacciand­o il molestator­e, proteggend­o la ragazza, chiamando la polizia. La Volante è arrivata poco dopo mezzogiorn­o di mercoledì, all’altezza di viale Toscana, periferia Sud della città, dove i passeggeri hanno «consegnato» l’uomo ai poliziotti. Serbo, 39 anni, qualche precedente, ma non per reati sessuali. Dunque, almeno per quanto se ne può dedurre dagli archivi delle forze dell’ordine, un

La polizia Vittima una 30enne. Gli altri passeggeri l’hanno aiutata, poi è arrivata la polizia

neo-molestator­e (è stato arrestato). L’episodio, all’apparenza «minore», rientra però in quel magma un po’ viscido e poco visibile di reati dettati da una sessualità deviata, e che sono una costante sui mezzi pubblici di tutte le grandi città. Nell’ultima settimana, a Milano, la Squadra mobile ha fermato due pedofili, accusati di aggression­i molto gravi a una bambina e una ragazzina. I mattinali raccontano però una realtà sotterrane­a molto più ampia: soltanto la Polmetro, agenti dell’Ufficio prevenzion­e generale che lavorano sui mezzi pubblici, arresta una media di 45-50 molestator­i l’anno, quasi tutti in metrò. Sono italiani e stranieri, giovani e anziani, la maggior parte si avvicinano a ragazzine tra 12 e 16 anni; personaggi che si coprono con giornali, giacche o borse; si muovono negli orari di uscita dalle scuole. I poliziotti spesso li conoscono e li seguono. Un lavoro quotidiano, che serve anche (in parte) per cercare di contenere queste persone rispetto a derive più violente.

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