Iman, tra cavalli e galà Il nuovo volto della corona
C’è la Lincoln Capri che servì nel 1953 a incoronare re Hussein. E la Mercedes 280-GE, color sabbia, che ne portò il feretro. C’è pure la Rover guidata da Matt Damon in The Martian, donata alla fine delle riprese. Il Royal Automobile Museum di Amman espone 70 fra le auto e le moto collezionate in un secolo dai sovrani hashemiti, ma non è molto pubblicizzato: inaugurato in piena guerra del Golfo, non lo si vuol far passare per un’ostentazione di ricchezza. Anche se non lo è: passeggiando fra le Rolls decapottabili e le prime auto anfibie, video di capi di Stato e foto dei divi di Hollywood raccontano la storia d’una monarchia che, in Medio Oriente, ha pochi eguali nello stile. Tutti conoscono Rania, la regina più bella. Ma da qualche tempo il volto nuovo e femminile della corona è la sua secondogenita, Iman, 21 anni appena compiuti, studi alla Georgetown. Somiglia alla mamma, veste Mc Queen, passa il Ramadan con gli orfanelli e già rappresenta la famiglia reale a galà e occasioni ufficiali: è stata in visita ufficiale a Roma, a Londra, a Parigi e in Cina, c’era lei al matrimonio di Vittoria di Svezia. Iman non erediterà il trono, che spetta al fratello Hussein, ma per ora è suo lo scettro del gossip di Amman. Unica trasgressione, ai cavalli dei motori lei preferisce quelli veri: col suo Saqir, purosangue arabo, ha vinto molte gare. E per macchina, preferisce un’utilitaria.