Dentro Verona a cavallo Fino all’Arena
Prima ippostrada urbana
Non è un caso che la prima città italiana ad avere un’ippostrada urbana sarà proprio Verona, da sempre conosciuta come la capitale del cavallo. Una grande sfida lanciata da Veronafiere, Funivia del Monte Baldo e Città di Verona che verrà presentata in occasione della Fieracavalli (che quest’anno cambia data e anticipa al 26-29 ottobre), dopo che l’attore Alex Belli, insieme ad altri 5 esperti cavalieri, l’avranno battuta per la prima volta. Ma anche un tassello che si unisce all’apertura al grande pubblico (dopo un anno di rodaggio) dell’ippovia del Monte Baldo che comprende le regioni Veneto e Trentino Alto Adige per oltre 109 chilometri di strada percorribile a cavallo, con cambi continui di dislivello e paesaggi: da 300 metri sopra il livello del mare fino ad arrivare ai 2 mila della vetta veronese.
Il percorso dentro la città di Verona, tracciato e allo studio proprio in questi giorni (l’apertura definitiva è prevista per il 2018), aggiungerà altri 40 chilometri al circuito, collegando Caprino Veronese ai bastioni di Porta Nuova in cui si aprirà il tratto periurbano della strada da fare in sella. E articolato in questo modo: si arriva dalla frazione di Parona, percorrendo il lungo Adige fino all’Arsenale austriaco per poi raggiungere il maniero di Castelvecchio e lo splendido ponte scaligero. Ma non è tutto, visto che una volta arrivati in via Roma si potrà proseguire a cavallo fino a piazza Bra e, con l’Arena sullo sfondo, imboccare il vicolo Volto S. Luca per raggiungere il versante ovest dell’Adige e fare ritorno al punto tappa e ristoro del tragitto, la Corte Molon: luogo in cui sarà possibile noleggiare i cavalli per il percorso (la durata della passeggiata varierà da un massimo di 8 ore fino a un minimo di un’ora e mezza per chi vuole godersi solo il tratto finale).
Già aperte al pubblico, invece, le tre ippostrade del Baldo, le prime in Italia ad arrivare oltre i 2 mila metri. Come scelta, il percorso da 30,5 km «Monte Altissimo di Nago»: si parte da Prà Alpesina (1.102 metri) e si arriva fino ai 2.059 metri del rifugio Damiano Chiesa sull’Altissimo in Trentino, attraverso i panorami mozzafiato del lago di Garda visto dall’alto, il Gruppo del Brenta, la Presanella e l’Adamello. Oppure, il percorso da 31,5 km «Madonna della neve»: dalla località omonima a 984 metri fino a quota di 1.583 metri della malga Attilone, fra le province di Verona e Trento e con la possibilità di osservare marmotte, camosci, aquile, ma anche le trincee di Navene: antico confine tra il Regno d’Italia e l’Impero AustroUngarico.
Infine, l’ippovia da 46,2 km «Malga Ime»: si parte da 359 metri in località Gaon, a Caprino Veronese, e si arriva a 1.367 metri della malga Colonei di Pesina, con un paesaggio in continua mutazione e dal quale si possono vedere, oltre al panorama del lago, anche il Sacrario del Monte Baldo, l’orto botanico e l’Osservatorio astronomico di Novezzina.
Tutti itinerari che contribuiscono ad arricchire lo scenario dell’equiturismo nazionale, un fenomeno in crescita ormai in ogni parte d’Europa e che solo in Italia conta 120 mila praticanti assidui, un milione di appassionati per un giro d’affari che supera ormai i 900 milioni di euro.