La riscossa di Dublino, tassi negativi come a Berlino
L’Irlanda per la prima volta nella sua storia ha collocato titoli di Stato con interesse negativo. Offriva 4 miliardi, ha ricevuto ordini per oltre 10 miliardi. Perciò per finanziarsi il governo non dovrà sborsare un euro di interesse. Al contrario, gli investitori alla scadenza dei titoli, fra 5 anni, pagheranno qualcosa a Dublino. Poco, per la verità, visto che l’interesse è appena sotto lo zero (a -0,008%). Ma la notizia è significativa per due motivi. Da un lato certifica che Dublino si è messa definitivamente alle spalle la grave crisi bancaria, che costrinse il Paese a chiedere aiuto all’Unione europea. Dall’altro lato dimostra quanto il Quantitative easing della Bce, che ogni mese acquista bond per 60 miliardi, ha cambiato il mercato dei titoli di Stato, accentuando la tendenza di una riduzione dei rendimenti cominciata a livello globale nell’ultimo ventennio, se non prima. Per l’ex tigre celtica (ma quest’anno crescerà del 4,3% e del 3,5% nel 2018), i tassi di interesse negativi rappresentano una svolta storica. Nel 2012, in piena crisi dei debiti sovrani, il governo irlandese pagava un interesse del 5,5% sui titoli di Stato a 5 anni. E ancora nel 2015 Dublino ha collocato titoli a 7 anni con una cedola dello 0,8%. Adesso l’Irlanda entra invece nel plotone dei Paesi che possono finanziarsi gratis sul mercato, come la Germania, l’Austria e la Finlandia, per restare nell’eurozona.