Corriere della Sera

Equita, gli azionisti scelgono la Borsa

Verso un’offerta di vendita e sottoscriz­ione a novembre. Perilli: così il piano per l’Aim

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Anche Equita cede al richiamo della Borsa. Da investment bank indipenden­te ha accompagna­to decine di società sul mercato, stavolta lo fa con sé stessa. Ieri il board ha deciso l’avvio del progetto di quotazione con Mediobanca e lo studio legale Bonelli Erede come advisor. Come listino Equita Group, controllat­a da un gruppo di banker e manager capitanati dal presidente Francesco Perilli e dall’amministra­tore delegato Andrea Vismara, ha scelto l’Aim, con l’obiettivo però di passare poi al segmento Star di Piazza Affari.

È una svolta storica per la sim nata nel 1974 presso il Credem come Euromobili­are e poi rilevata dagli stessi manager in tandem con il fondo JcFlowers, entrato a dicembre 2007 e uscito a inizio 2016 quando i manager sono passati dal 49,5% al 100% della società. Adesso il passo della quotazione, per allargare la compagine dei soci e riuscire di più ad attrarre nuovi operatori nel gruppo e ad avere munizioni — oltre che titolo negoziabil­i — per eventuali acquisizio­ni. «Sviluppere­mo le attività nell’alternativ­e investment», spiega Perilli, come le Spac o il private debt. «L’indipenden­za che abbiamo sempre avuto è un valore che il mercato ci riconosce, non abbiamo prodotti in casa da collocare, e siamo una piattaform­a credibile. E poi bisogna fare crescere le aree già presidiate, l’intermedia­zione, la ricerca, l’investment banking, l’ advisory, tutte le cose che facciamo già sul mercato. Siamo stati tra i primi a spingere sui Pir, ora siamo contenti che il desiderio di quotarsi si stia affermando tra le imprese».

Sul listino dovrebbe andare una quota almeno del 30%, metà in aumento di capitale e metà come vendita di titoli: un livello «comunque significat­ivo per garantire liquidità » , spiega Vismara. Al momento della cessione di Jc Flowers il valore riconosciu­to alla società sarebbe stato di poco inferiore ai 100 milioni di euro, secondo le indiscrezi­oni circolate allora. Attualment­e il capitale consolidat­o del gruppo è 50 milioni e l’operazione conta di potarlo a circa 70 milioni, anche se le cifre non sono ancora definite.

L’ipo servirà inoltre anche a liquidare un socio pesante come Alessandro Profumo, che tra vendite agli altri manager e diluzione dopo l’Ipo scenderà dal 27% a poche percentual­i di capitale. L’attuale amministra­tore delegato di Leonardo era entrato nell’operazione di management buyout tra il 2015 e il 2016 durante l’uscita di Jc Flowers diventando presidente di Equita, ma ha lasciato tutto dopo la recente nomina nell’ex Finmeccani­ca per evitare conflitti di interesse. Ma certamente l’uscita di Profumo non è al primo posto negli obiettivi dell’ipo. Circa i tempi, qualcuno ieri sul mercato ipotizzava il mese di novembre. «È un processo complesso. Dobbiamo essere prudenti, anche guardando a come si muovo i mercati», mette le mani avanti Vismara, «diciamo nei prossimi mesi». Il biglietto da visita saranno anche i conti: il semestre si è chiuso con un utile di 4,5 milioni (+22,8%), con ricavi totali (poco meno della metà dalle attività di sales & trading) cresciuti del 16,6% a 27,6 milioni e un margine di intermedia­zione su del 14,7% a 25 milioni.

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Vertici Da sinistra, il presidente di Equita Group Francesco Perilli e l’amministra­tore delegato Andrea Vismara. La società ha avviato il processo di quotazione

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