Da Milano fino a Roma Così l’arte salva i luoghi
L’ha detto anni fa Renzo Piano, oggi è opinione condivisa: «È tempo di costruire sul costruito, di riqualificare l’esistente, di non consumare più suolo». In linea con questa tendenza, molti edifici storici vengono recuperati a nuove funzioni. Caserme, magazzini, stazioni ferroviarie, stabilimenti, centrali elettriche: ogni area dismessa ha grandi potenziali. Un’intuizione fatta propria da MondoMostre Skira, che produce mostre d’arte e d’intrattenimento. Artefice dell’arrivo in Italia di «Nasa. A human adventure», per allestirla ha scelto a Milano una location atipica: Spazio Ventura, ex fabbrica di macchine per caffè, zona Lambrate. «Ci siamo resi conto che il pubblico ha fame di edutainment, di eventi intelligenti ed educativi che spesso non trovano ambienti adatti nei musei tradizionali. Da qui la nostra ricerca di set alternativi – spiega Tomaso Radaelli, amministratore delegato della società – A Roma ne abbiamo individuato un altro, l’ex Dogana di San Lorenzo, anni Venti: 25 mila metri quadri da noi trasformati in spazio multifunzionale e sociale con Planetario, zone per l’arte contemporanea, i concerti, il cinema». Risultato, da gennaio ad oggi un milione di utenti. Non mancano altri esempi virtuosi. Il più recente a Torino, dove una cattedrale della storia industriale, le Officine Grandi Riparazioni, hanno riaperto da pochi giorni come hub per l’arte, la musica, la scienza, lo spettacolo. A Milano iniziative analoghe: il polo di cinema e televisione ha trovato posto nell’ex Manifattura Tabacchi, la Fondazione Prada in un’industria di liquori, l’Armani Silos in un deposito di granaglie. A Roma poi la Centrale Elettrica Montemartini è sede distaccata dei Musei Capitolini, mentre il Macro Testaccio ha occupato un ex mattatoio in ferro e vetro. A Biella un ex lanificio si è trasformato nella Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto, a Napoli-Bagnoli la Città della Scienza, distrutta da un incendio doloso nel 2013, sta rinascendo sempre nell’area Italsider, a Bologna il MamBo è nato in un ex panificio di cent’anni fa. Pubblico più trasversale, cultura più diffusa.