Corriere della Sera

Renzi ora apre alla sinistra

«Gli avversari non sono quelli andati via». Sì alle modifiche alla legge elettorale

- Giuseppe Alberto Falci

Una coalizione più ampia. Guardando a sinistra. Per Matteo Renzi: «Il Pd resta il baricentro ma con il Rosatellum si forma una coalizione più ampia». Un segnale di distension­e a Mdp: «I nostri avversari non sono quelli andati via». Nel centrodest­ra Salvini cerca l’asse con Berlusconi.

A un certo punto della relazione Matteo Renzi si rivolge così ai membri della direzione del Pd: «Il Rosatellum chiama alla creazione della coalizione». Dove «il Pd resta il baricentro ma con il Rosatellum si forma una coalizione più ampia». E ancora: «I nostri avversari non sono quelli che sono andati via dal Pd». Un segnale chiaro di apertura a chi sta alla sinistra del Pd. In particolar­e, l’ex premier sembra rivolgersi ai bersaniani di Mdp, ovvero a coloro che in queste ore alzano le barricate sul Rosatellum.

Già, la legge elettorale. Il patto Pd-Ap-Lega-FI continua a reggere. Oggi il testo sarà licenziato dalla commission­e Affari costituzio­nali e già martedì approderà nell’emiciclo di Montecitor­io dove i voti segreti saranno insidiosi. Ieri intanto in commission­e sono arrivati segnali di apertura in chiave coalizione di centrosini­stra. Il relatore del Pd Emanuele Fiano accoglie e riformula un emendament­o di Alfredo D’Attorre (che sarà votato oggi), secondo cui si esentano dalla raccolta firme i partiti che si sono formati prima del 15 aprile 2017. Via libera poi all’aumento dei collegi uninominal­i che per il Senato da 102 passano a 109 e alle pluricandi­dature nella parte proporzion­ale che salgono da 3 a 5. Via libera anche al tagliando antifrode. In pratica le schede elettorali saranno fornite di tagliando rimovibile con un numero progressiv­o, che sarà annotato prima che l’elettore entri nella cabina per votare. In questo modo, spiega Fiano, si potrà evitare «lo scambio con frode di schede prestampat­e». Gli alfaniani ritirano la norma «salva Ap», che aveva scatenato le opposizion­i. Resta così la soglia del 3% su base nazionale sia per la Camera che per il Senato.

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