Corriere della Sera

«Errani ha sbagliato Giuliano non va usato come fosse un orpello»

- M. Gu.

«Errani ha detto a Pisapia una cosa bruttissim­a».

«Giuliano tu sei il leader, ma non sei il capo». È stato questo, Bruno Tabacci, a irritare così tanto l’avvocato?

«Non funziona così, se quelli di Mdp non riconoscon­o che la leadership porta un valore aggiunto vuol dire che si sentono autosuffic­ienti. Cosa pensano, di strutturar­si in un soggetto politico e di usare Pisapia come un orpello?».

Vi preoccupan­o le liste?

«Bisogna capire come decidiamo le rappresent­anze, se il voto di opinione è considerat­o, o se c’è solo il voto strutturat­o. Non si può fare la costituent­e se non si chiarisce questo. Loro vogliono la data, ma io voglio sapere qual è l’atteggiame­nto sul governo».

Mdp si è messa fuori dalla maggioranz­a.

«Chiedono un incontro a Gentiloni con Pisapia, si apre un confronto sul Def e loro nel giro di 24 ore fanno dimettere il viceminist­ro degli Interni, che non c’entrava nulla. Mi sono cadute le braccia».

Non erano d’accordo?

«Hanno dato a Pisapia il mandato di uscire dalla maggioranz­a, a sua insaputa. Comincio già a stare male. Non dico che sono scorretti, ma la loro logica è diversa. Io ho un rapporto gradevole con Roberto Speranza, ma non posso sentirmi dire che se Pisapia non convoca l’assemblea loro la faranno con Fratoianni, Civati, Falcone e Montanari».

Non si sentirebbe a casa?

«A di là della lista “marxisti per Tabacci” io che c’entro con quelli che fischiaron­o il nome di Pisapia al Brancaccio? Se vogliono fare una forza di sinistra, la sua leadership è un lusso che è inutile concedersi».

Il soggetto unico è morto?

«Ci sono punti difficili da superare. Il primo è il rapporto col governo e per me mettersi all’opposizion­e è un errore clamoroso. Giuliano già dal primo luglio voleva un percorso senza bandiere, ma loro hanno riempito la piazza di vessilli e da allora è stato tutto un crescendo di feste e bandiere. Come la recuperi una cosa così?».

E D’Alema?

«Era un riformista, ma ora si è radicalizz­ato su una vis polemica che era tipica del Pci contro la Dc. Lui è convinto che tanto si perde e gioca la partita del dopo. Così andiamo indietro, non avanti. Non può esistere un centrosini­stra che prescinde dal Pd».

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Chi è Bruno Tabacci, 71 anni, leader di Centro democratic­o

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