Corriere della Sera

Salvini cerca l’asse con Berlusconi: un vertice e poi insieme sul palco

Al leader leghista promesso un impegno sui referendum. L’ex premier vola da Putin

- Di Marco Cremonesi

Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, insieme, su un palco. Non accadeva dalla manifestaz­ione di Bologna del 2015. Potrebbe accadere, e presto, in nome del referendum. Ieri il leader leghista ha sentito il fondatore di Forza Italia. Dopo gli auguri di buon compleanno di venerdì scorso con promessa di vedersi, l’idea di Salvini era quella di chiedergli un impegno personale sui referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Insomma, un Silvio Berlusconi in carne e ossa che dice agli elettori di andare alle urne.

L’obiettivo pare raggiunto. Il capo azzurro ha dato il suo assenso e ora si tratta di far coincidere le agende. Inoltre, i due capi partito dovrebbero vedersi intorno a metà della settimana prossima: «Speriamo di riuscire a vederci mercoledì o giovedì. Io però sarò a Milano, Bruxelles, Roma e Genova... comunque ci troveremo». Quanto a Silvio Berlusconi, nelle prossime ore prenderà un aereo: sarà a Mosca per festeggiar­e il vecchio amico Vladimir Putin che giusto oggi compie 65 anni. L’idea potrebbe essere quella di far coincidere la manifestaz­ione di Forza Italia già convocata per sabato prossimo a Milano con l’apparizion­e comune dei due leader: «Non lo so di preciso — dice Salvini — , in ogni caso Berlusconi mi ha detto che ha già un paio di uscite pubbliche fissate».

Con la telefonata di ieri, il capo leghista può archiviare il nervosismo in crescita dentro la Lega in relazione all’affluenza ai referendum. E anche sul suo personale impegno, cosa che Salvini non accetta: «Ora della fine farò cinquanta incontri pubblici. Cinquanta». Ma lo stesso Gianni Fava, assessore lombardo e rappresent­ante dell’opposizion­e «nordista» interna alla Lega, ieri ha dato atto che le parole di Salvini «ricompatta­no la base leghista. La sua uscita ci fortifica, perché chiude la bocca a chi ha speculato su voci di corridoio che davano il movimento lontano dalla causa referendar­ia». Il riferiment­o era anche alla polemica con Giorgia Meloni: la leader di FdI ha detto che non andrebbe a votare. Secondo Salvini, lei e Luigi Di Maio «si fanno pippe mentali sulla legge elettorale. Noi invece ci occupiamo di lavoro, salute e sicurezza».

Tra l’altro, il leader leghista ha commentato le dichiarazi­oni di Luciano Benetton a cui il referendum «pare una stupidaggi­ne»: «A me — ha ribattuto Salvini — interessan­o i milioni di piccoli imprendito­ri che non hanno la fortuna e la forza di essere Benetton. Chiaro che Benetton se ne frega, cosa vuoi che gliene freghi del residuo fiscale. Per Benetton con i miliardi che ha — non parlo per invidia, sono felice per lui — può accadere qualsiasi cosa al mondo».

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Insieme Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a Bologna nel 2015

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