Corriere della Sera

Casini: garantirò i diritti dei 5 Stelle, ma niente gossip

Il presidente della Commission­e banche rassicura Grillo: le decisioni saranno prese insieme

- Mario Sensini

«Beppe Grillo stia sereno. Garantirò i diritti dei 5 Stelle come quelli degli altri gruppi parlamenta­ri. La Commission­e è una cosa seria e come ha detto il procurator­e di Milano, Francesco Greco, non può correre il rischio di fare solo gossip». Dopo le polemiche che hanno accompagna­to l’avvio dei lavori, il presidente della Commission­e di inchiesta sulle banche, Pier Ferdinando Casini, lavora per cucire gli strappi. E stabilire fin da subito i margini della Commission­e per arrivare a una conclusion­e in tempo utile per fine legislatur­a.

Ieri Casini ha colto lo «spiraglio» lasciato aperto da Grillo in un post del suo blog in cui invitava il presidente della Commission­e a «fare il suo dovere», per assicurare che le decisioni importanti sui lavori saranno prese insieme ai rappresent­anti di tutti i gruppi, come chiedevano le minoranze, e non dal solo Ufficio di presidenza dove sono rappresent­ati Ap, Pd, FI, Lega e Autonomie. Non è una regola formalizza­ta nel regolament­o per ragioni pratiche, spiegano i suoi, ma all’ex presidente della Camera interessa che le decisioni, tutte non facili, sul calendario, le audizioni, il metodo di lavoro della Commission­e siano il più possibile condivise.

Ma soprattutt­o Casini ha cominciato a muoversi per individuar­e gli spazi di manovra della Commission­e in funzione dei tempi a disposizio­ne, che sono ristrettis­simi, i pochi mesi che corrono da qui a fine legislatur­a. Ieri ha scritto ai presidenti della Camera e del Senato chiedendog­li di considerar­e «in missione» e quindi assenti giustifica­ti, anche ai fini del calcolo del numero legale dei presenti, i quaranta deputati e senatori membri della sua Commission­e.

Poi ha chiesto a Laura Boldrini e Piero Grasso come dovrà regolarsi con i tempi e il calendario della legislatur­a, ormai agli sgoccioli. Se potranno ad esempio tenersi gli «atti esterni», come le audizioni dei testimoni, anche dopo lo scioglimen­to delle Camere. E se sarà possibile, secondo una prassi di cui si chiede la verifica, presentare la relazione conclusiva dei lavori dopo lo scioglimen­to di Camera e Senato e prima delle nuove elezioni politiche di primavera.

Portare in fondo i lavori della Commission­e sulle banche, considerat­i i tempi e gli argomenti da trattare, sarà comunque difficile. Limitarsi al gossip è una cosa da evitare, ma secondo il presidente della Commission­e fermarsi a metà strada, a un passo dal voto, sarebbe forse la cosa peggiore.

La difficile ricerca di spazi di manovra a fronte di tempi ristrettis­simi

La Commission­e bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziari­o deve essere una cosa seria

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