La partita più difficile per il separatista Piqué Fischi dai tifosi spagnoli, poi va in panchina
Il difensore del Barça contestato ad Alicante durante le qualificazioni per i Mondiali
Per gli spagnoli le uova sono un affare serio. Ci sono ristoranti famosi e carissimi specializzati in «huevos rotos» che da noi sarebbero solo le umili uova al tegamino di ogni sera a frigorifero vuoto. Ma, forse proprio per questo, gli «huevos» sono anche la metafora di mitologiche virtù connesse alla virilità. Insomma «tener huevos» è l’equivalente di «avere gli attributi». Ieri, nella partita tra la nazionale spagnola e l’Albania, su 22 giocatori in campo, uno, Gerard Piqué, ha dimostrato di avere due «huevos» grandi così.
La nazionale spagnola ieri giocava ad Alicante, 538 chilometri a sud di Barcellona, fuori dalla ribelle Catalogna. Invece di godersi il trionfo della Roja per 3 a 0 sulla povera Albania e la qualificazione anticipata ai Mondiali del 2018, lo stadio era tutto concentrato su Piqué. Passaggio dell’unionista Sergio Ramos a Piqué? E lo stadio veniva giù dai fischi. Piqué anticipava uno sperduto attaccante albanese? Altra cascata di fischi. Un calvario.
I due telecronisti della Tv pubblica erano imbarazzatissimi. Non sapevano se far finta di non sentire, tenere lo sport in una campana di vetro o balbettare che «si notano le conseguenze della situazione difficile che si vive in Spagna a causa di ciò che sta accadendo in Catalogna».
Il problema è che Piqué oltre che giocare a pallone per il Barcellona è anche un catalano e per di più un catalano indipendentista. I suoi tweet hanno infuriato gli unionisti. Prima «Votarem», voteremo al referendum anti costituzionale. Poi «esprimiamoci pacificamente. Non diamogli nessun pretesto, è quello che vogliono» nella vigilia della giornata referendaria. Si sono aperte le cataratte dei social. Sfoltendo i dettagli scurrili, il concetto era: «Se non vuoi essere spagnolo, vattene dalla Nazionale». E Piqué si è offerto, «se qualcuno in Federazione non mi vuole, faccio un passo indietro». Il selezionatore Julen Lopetegui se l’è tenuto stretto.
Ci sono calciatori che vivono con ansia le trasferte, professionisti super pagati a cui tremano le gambe per l’atmosfera ostile delle tribune, altri che hanno bisogno della fiducia dell’allenatore come i bambini delle carezze della mamma.
Mi piacciono le persone chiare e coraggiose e Piqué mi sembra un tipo con gli attributi Christian Panucci
Piqué ha avuto contro 30 mila spettatori spagnoli più 11 giocatori albanesi.
Piqué è un difensore centrale, spesso si trova ad essere l’ultima barriera agli avversari prima del portiere. Non proprio un ruolo in cui ci si possa nascondere. Alla fine del primo tempo gli è sfuggito un uomo a due passi dalla porta. Il catalano si è arrabbiato con l’arbitro per una presunta spinta. All’inizio del secondo ha fermato con un fallo la fuga di un attaccante albanese ed è stato ammonito. Nei due casi le telecamere sono andate sui suoi occhi e sì, c’era una luce di paura. Non erano errori da lui. Al 59° minuto l’allenatore l’ha richiamato in panchina. Lo stadio si è finalmente diviso e qualcuno l’ha applaudito.
Il copyright sugli «huevos» di Piqué è di Christian Panucci, ex difensore del Milan e della Roma oltre che del Real Madrid e ora allenatore dell’Albania. Il giorno prima dalla partita ha spiegato in spagnolo che, «senza entrare in questioni politiche, mi piacciono le persone chiare e coraggiose e Piqué mi sembra uno con “muchos huevos”».
Con il catalano del Barça in panchina, qualcuno allo stadio ha avuto il coraggio di fare la cosa giusta e ha intonato un coro «Piqué, Piqué», subito zittito dai soliti fischiatori. Il ragazzo in panca rideva finalmente rilassato. Chissà, un buon auspicio per il rasserenarsi degli animi anche fuori dal campo.