Corriere della Sera

Un mistero lungo 60 anni E l’uragano riporta alla luce il paracadute del pilota Barry

- Silvia Morosi

Ogni settimana, dal 1958, i familiari di William Thomas «Barry» Troy hanno visitato la tomba del pilota canadese, scomparso a bordo di un F2H3-Banshee, a soli 29 anni. Decollato da una portaerei al largo della Florida, era diretto alla base navale di Mayport. Per anni i genitori hanno pianto su una tomba vuota, perché il corpo del giovane non è mai stato trovato. Oggi, quasi sessant’anni dopo, l’uragano Irma, il più violento nella storia degli Usa, ha portato alla luce i resti del paracadute del tenente. Tardi per i genitori, ormai scomparsi, ma non per il fratello Dick, 80enne. Come si legge sul Miami Herald, sulla spiaggia di Jacksonvil­le, è stato ritrovato il paracadute, riconosciu­to dalla targhetta con le lettere «Lt. (p) Troy». Riaprendo il caso archiviato come «incidente di volo». A ritrovare il paracadute, coperto dalla sabbia, Zack Johnson, guardia forestale, che su Facebook ha scritto: «Ho subito capito di aver trovato qualcosa di speciale». A dare la notizia della scoperta al fratello del pilota è stato un giornalist­a. «Quando ho saputo che il paracadute sembrava non essere mai stato aperto, ho pensato che almeno “Barry”era morto rapidament­e», ha concluso Dick. «Vorrei che la Marina mi consegnass­e i resti per affidarli ai miei figli e far loro tramandare il ricordo di mio fratello. Il mio eroe».

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I resti Quel che rimane del paracadute di William Thomas «Barry» Troy (nel riquadro)

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