«L’effetto dei cibi varia per ogni singolo individuo Regole da personalizzare»
Una smentita dal prestigioso Weizmann Institute di Rehovot, in Israele, a tanti luoghi comuni che circondano le nostre abitudini alimentari. E che spesso si traducono in allarmi, talvolta infondati, sull’uso di alimenti comuni, come zuccheri, grassi e proteine che a fasi alterne vengono messi all’indice e altrettanto rapidamente riabilitati. Uno studio condotto su un campione di 900 soggetti dai ricercatori Ziv Zmora, Eran Elinav e Eran Segal sull’impiego alimentare degli zuccheri e sulla tendenza a sviluppare malattie metaboliche come l’obesità o il diabete mostra che non esiste una correlazione diretta tra la quantità (e qualità) degli zuccheri assunti e gli effetti sulla salute. «Ogni persona tende ad avere una reazione individuale ai cibi consumati e non è affatto detto che ciò che è salutare per qualcuno lo sia anche per un’altra persona, e viceversa», commenta Zmora, a margine della presentazione della ricerca al congresso nazionale della Società di gastroenterologia e nutrizione pediatrica. Il dato più importante che emerge dalla relazione è che «si rendono necessarie regole di comportamento alimentare personalizzate». I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo che in base alle caratteristiche fisiologiche dei singoli individui è in grado di formulare delle regole alimentari individuali. «Si tratta di un procedimento che è già realtà e che può essere utilizzato fin da ora su basi di massa anche se deve ancora essere approfondita la funzione svolta dai batteri nella digestione», conclude Zmora. Le conclusioni della ricerca vanno dunque in controtendenza rispetto a sistemi di «etichettatura» della salubrità dei cibi sulla base di una segnaletica stradale (rosso, giallo, verde) molto in voga in Gran Bretagna, ma che sono stati rigettati e considerati fuorvianti dalle autorità di Bruxelles. Uno studio di Nomisma rivela che l’impiego «meccanico» della segnaletica alimentare secondo le regole adottate in Gran Bretagna ha portato a un calo del consumo di prodotti alimentari doc come il parmigiano-reggiano del 17% nel periodo dicembre 2013-febbraio 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente se il prodotto veniva segnalato nella grande distribuzione con «etichetta rossa». La ricerca israeliana mette in evidenza come solo con un sistema di regole alimentari personalizzate si possano raggiungere a livello sociale miglioramenti nella qualità della vita e della salute dei cittadini.