Corriere della Sera

TROPPE QUESTIONE SOTTOVALUT­ATA

BOMBE NUCLEARI

- Susanna Boscaro, Sergio Celin Cara Susanna, caro Sergio,

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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo,

a causa della crisi Usa-Corea del Nord, il pianeta sta tremando davanti al rischio di un conflitto nucleare. Che cosa ne pensa del fatto, che nel 2016 gli Stati Uniti hanno incassato circa 40 miliardi di dollari dalla vendita di armi dei quali circa 10 miliardi di dollari, ai soli Paesi del Medio Oriente? Cosa dire poi, che sono stimate in circa 3.000 le testate nucleari fatte esplodere nel mondo, da parte di numerose nazioni (oltre a quelle recenti della Corea del Nord), dal dopoguerra ai giorni nostri? Come possiamo sperare nella pace se pensiamo che la spesa militare mondiale, è di circa 2.000 miliardi di dollari,pari a circa il 3% del Pil prodotto dal Pianeta?

La proliferaz­ione nucleare è una delle tre grandi questioni del nostro tempo, accanto alla distruzion­e del lavoro in Occidente e al riscaldame­nto del pianeta (che alimenta i flussi migratori dall’Africa). Ma quasi nessuno ne parla. Non è considerat­o un argomento popolare.

Un tempo non era così. Nel dopoguerra il pericolo della Bomba era un’ossessione. Si costruivan­o rifugi antiatomic­i sotto le villette. Si giravano film strepitosi come «Il dottor Stranamore» e terrifican­ti come «The day after», con la scena finale dei vecchietti sopravviss­uti che dopo aver litigato si abbraccian­o solidali davanti al fuoco. Eisenhower — non un pacifista: il vincitore della Seconda guerra mondiale — al momento di lasciare la Casa Bianca avvertiva i compatriot­i della rischiosa influenza del «complesso militar-industrial­e» sulla politica americana. La corsa allo spazio era anche la corsa a minacciare la superpoten­za rivale: la Bomba sarebbe arrivata su un missile lungo la rotta artica. Sting si augurava che pure i russi amassero i loro bambini. Dalla crisi di Cuba agli euromissil­i, il mondo ha tenuto il fiato sospeso per la questione nucleare; oggi derubricat­a a schermagli­a tra Kim e Trump.

Eppure non ci sono mai state tante testate nucleari come oggi. Ed è probabile che la prossima Bomba non sia sganciata da uno Stato su un altro, ma sia un’atomica sporca finita in mano a un gruppo terroristi­co. Nella disattenzi­one del mondo.

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